La casa degli orrori di Gela | "Condizioni di vita disumane" - Live Sicilia

La casa degli orrori di Gela | “Condizioni di vita disumane”

Per i carabinieri, che hanno salvato tre minorenni in precarie condizioni sanitarie, in quell'abitazione si è fatto "scempio dei diritti umani" (foto d'archivio). E in città scatta la gara di solidarietà per aiutare i bimbi.

lo sgomento degli inquirenti
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GELA (CALTANISSETTA) – L’anonimato, in questa storia, è d’obbligo. Ci sono tre minorenni coinvolti. E altre persone. Dunque, nessun riferimento preciso su dove si trovi quella che è ormai stata battezzata la casa degli orrori, a Gela. Un quartiere popolare a ovest della città. Di più è impossibile sapere.

Una tristissima vicenda che è venuta alla luce, per fortuna in tempo, grazie ad una segnalazione che un buon uomo del vicinato ha voluto rendere al luogotenente Domenico Resciniti, storica figura della locale arma dei carabinieri, dopo avergli chiesto un appuntamento. Ancora qualche giorno e l’epilogo sarebbe stato tragico. Le sensazioni di quell’uomo erano vere. Ed infatti quando i militari hanno fatto irruzione nella casa – quattro gelide mura di muffa e gigantesche ragnatele sparse in poco meno di novanta metri quadri – davanti ai loro occhi, una scena agghiacciante “che ha reso impossibile trattenere le lacrime davanti a così tanto scempio dei diritti umani”, si legge in una nota della Procura.

Un immobile fatiscente, pervaso da un odore nauseabondo. Immondizia ovunque. Panni sporchi, cicche di sigarette e cenere sparse. I servizi igienici sporchi, maleodoranti. Inagibili perché dalle condutture non passava acqua da settimane. E sul pavimento notevoli tracce di escrementi essiccati. Al suo interno vi abitavano in nove.

Tre minorenni. Con loro i genitori e altri fratelli e familiari. Al momento del blitz uno dei piccini dormiva in un materasso lercio, chiuso a chiave in una stanza. Era in stato di ipotonia. L’ambiente era pervaso dal fumo. “Indescrivibili ed incompatibili con i requisiti minimi di dignità immaginabili per gli esseri umani”. Così i militari, che insieme con l’ufficiale sanitario del Comune hanno sfondato la porta d’ingresso dell’appartamento, descrivono l’ambiente che si è presentato ai loro occhi. L’immobile è stato dichiarato insalubre e non idoneo all’uso abitativo.

A Gela intanto è scattata una non comune gara di solidarietà e fratellanza. In molti si chiedono come sia stato possibile che in tutti questi mesi nessuno si sia accorto di nulla. Se i militari non fossero intervenuti in tempo, i minorenni, provati dalla fame e dalla resistenza al precario ambiente, avrebbero ceduto. Ora i tre fratellini si trovano in una struttura sanitaria e di ospitalità attrezzata. Dalle undici di ieri la loro vita è cambiata, per sempre. Fino ad allora agli organi competenti della Procura e ai servizi sociali non era giunta alcuna segnalazione, nonostante si trattasse di un nucleo familiare fortemente disagiato. Si deve tutto ad un vicino di casa che dopo mille interrogativi su quella casa poco distante, ha deciso di fugare ogni dubbio segnalando ai militari dell’arma ogni sensazione, dubbio, perplessità di quella casa tanto vicina alla sua, eppure troppo distante dalla normalità.

Dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Caltanissetta, il sostituto procuratore, Simone Filoni, lancia l’allarme: “Purtroppo in questa provincia non è l’unica storia, nonostante i più ignorino l’esistenza di situazioni del genere”. Poi l’appello alla coscienza civile di ognuno perché si segnali “il presunto o reale malessere, in modo da consentire, a chi di dovere, un rapido accertamento, soprattutto laddove siano coinvolti dei minori”.


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