La casa sequestrata dopo l'omicidio |"Senza un tetto e abbandonati" - Live Sicilia

La casa sequestrata dopo l’omicidio |”Senza un tetto e abbandonati”

Parla Aurelio Anzaldi, ferito dal padre lo scorso 8 aprile. Rigettata l'istanza di dissequestro. Hanno dormito in auto e da qualche giorno in un camper (nella foto).

la tragedia di grammichele
di
2 min di lettura

CATANIA – “Siamo abbandonati dalle istituzioni”. E’ il grido di Aurelio Anzaldi, il 43enne ferito dal padre con un coltello lo scorso 8 aprile a Grammichele. Una lite familiare finita nel sangue, perché se Aurelio è rimasto ferito il fratello Graziano è stato invece  ucciso. Una famiglia distrutta e che dal giorno di quella tragica domenica è senza un tetto sulla testa. Perché la casa è stata sequestrata dalla Procura di Caltagirone per poter espletare tutti gli accertamenti scientifici e investigativi dell’inchiesta. “Ho dormito in macchina con mia moglie e i miei figli. Alcuni giorni a casa di mia madre in un lettino. Ma mia madre vive in un abitazione di neanche 50 metri quadri”, racconta amareggiato.

Aurelio ha 4 figli, dai 17 ai 3 anni. “Da un paio di giorni ho fatto riparare il camper. Io e mia moglie e tre figli dormiamo lì, mentre mia figlia dorme in macchina. Non possiamo continuare così. Io voglio solo tornare a casa per cercare di riprendermi la mia vita. Per me e la mia famiglia”, dice Aurelio. Inutili sono state le istanze di dissequestro presentate dall’avvocato Gaetano Rizzo. E non è stata presa in considerazione neanche la richiesta di dissequestro parziale. “Sono state tutte rigettate”, spiega ancora Aurelio. “Ma per me possono anche murare la stanza al piano terra dove è avvenuto tutto. Io non voglio inquinare nessuna scena del crimine, ma vorrei un tetto sulla testa. Ho ancora le ferite da medicare sulla testa e le mani”, aggiunge.

“Sono andato dai carabinieri e mi hanno detto che stanno lavorando. Che devo avere pazienza”, dice. Ma la pazienza è quasi finita. E poi il fatto che la casa è ancora sotto sequestro ha provocato alcuni mormorii nella comunità di Grammichele. “Mi pare tutto assurdo. Gettano fango come se fossi un criminale. Io invece sono la vittima. E da vittima – grida – mi sento abbandonato dalle istituzioni”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI