La chiusura dell'ippodromo | Ottocento lavoratori in bilico - Live Sicilia

La chiusura dell’ippodromo | Ottocento lavoratori in bilico

La protesta dei lavoratori dell'ippodromo di Palermo in Prefettura (Foto Licia Raimondi)

A marzo la chiusura decisa dal ministero per indagini su infiltrazioni mafiose. Sit-in in prefettura

PALERMO – Sono circa 800 (400 diretti e altrettanti dell’indotto) che rischiano di perdere il lavoro a causa della chiusura dell’Ippodromo di Palermo. Oltre ai dipendenti della società Ires Spa, che gestisce l’impianto sportivo, tra cui tutti i dipendenti dell’azienda, anche i lavoratori dell’indotto come i fornitori di fieno e mangimi, i veterinari, i sellai, i cameramen, gli addetti al servizio d’ordine, ma anche i driver, i gentlemen, i maniscalchi e gli addetti al totalizzatore. Un esercito di braccia che ruota intorno al mondo dei cavalli e delle scommesse. E che oggi ha partecipato alla manifestazione indetta per l’intera filiera ippica al fine di sensibilizzare le istituzioni per la riapertura dell’Ippodromo di Palermo. Il corteo si è dato appuntamento davanti il teatro Massimo e ha raggiunto la Prefettura di via Cavour per discutere con le istituzioni una soluzione che porti alla riapertura dell’ippodromo, chiuso dallo scorso 10 marzo per decisione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che ha predisposto la sospensione dell’attività a tempo indeterminato al fine di garantire la sicurezza e la regolarità delle corse.

“Ci sono gruppi di lavoratori già in ferie forzate e permessi che stanno per scadere e sono pronte le lettere di licenziamento come comunicato dai vertici – spiega Giuseppe Mangano, dipendente della Ires –. I colleghi pagati a prestazione, qualora non si riattivassero le corse, rischiano di rimanere senza lavoro.” Chi vive nel mondo dei cavalli sa bene che il lavoro non finisce sul campo di gara, ma è una responsabilità e un impegno nei confronti degli animali. “Mantenere un cavallo costa circa 500 euro al mese – spiega Carlo Giordano in rappresentanza dei proprietari, degli artieri e dei driver – per mantenere i nostri cavalli e garantire loro le cure necessarie ci stiamo indebitando, perché al momento siamo disoccupati. Oltre a ciò il Ministero delle Politiche agricole è in ritardo di sette mesi nel pagamento dei premi al traguardo, e la situazione sta diventando insostenibile”.

“Siamo qui per sollecitare la riapertura dell’ippodromo con tutte le misure necessarie per a contrastare l’illegalità – dice Giovanni Cascio presidente della Ires, la società che gestisce le corse -. Noi chiediamo un aiuto alle autorità e alle forze dell’ordine per contrastare il rischio di infiltrazioni. Non abbiamo ancora avuto risposte. Siamo stati noi a sollecitare la presenza delle forze dell’ordine”.

“Le indagini esistono da un vita, nell’ippodromo nel calcio e in tutti gli sport del mondo. Chiudere un ippodromo ci sembra una decisione eccessiva. Le indagini si possono fare con l’ippodromo aperto – dice Giovanni La Rosa rappresentante dei guidatori -. Non abbiamo compreso ancora oggi il perché della decisione del Ministero dell’Agricoltura che ha deciso la chiusura”.

Anche il sindaco Leoluca Orlando ha auspicato l’individuazione di un percorso che conduca in breve alla riapertura della struttura. “Nel confermare, anche in questa occasione, il nostro ringraziamento e sostegno alla magistratura ed alle forze dell’ordine, perché le verifiche siano attente, capillari e scrupolose – commenta il primo cittadino – auspichiamo che questa vicenda possa avere percorso netto e veloce, affinché l’ippodromo cittadino possa riprendere, in tempi ragionevolmente brevi, la sua attività, all’interno di un indispensabile alveo di legalità e trasparenza. Non si può trascurare, infatti, che al di là del fenomeno sportivo e ludico, l’ippodromo costituisce l’unica fonte di reddito e di sostentamento per la maggior parte degli operatori dell’indotto e per i rispettivi nuclei familiari, che proprio in un percorso di legalità devono trovare garanzie e tutele”.

Il presidente della Ires Giovani Cascio al termine della riunione in prefettura ha dichiarato: “Abbiamo avuto disponibilità dal capo di gabinetto della Prefettura che ha ascoltato le nostre ragioni, ma la situazione può essere sbloccata solo dal Ministero delle politiche agricole. Ancora non ci sono stati dati tempi, date o altri passaggi. La Prefettura ha già preso contatti con il Ministero. Con ottimismo spero che nei prossimi giorni la situazione si risolva, altrimenti si dovrà parlare più che di sospensione, di chiusura definitiva dell’ippodromo”.

“Esprimo la mia solidarietà ai lavoratori dell’ippodromo che oggi sono scesi in piazza per rivendicare il diritto al lavoro. Auspico che le indagini portino a una definizione rapida delle vicende oscure che hanno riguardato l’impianto e all’accertamento delle responsabilità. Si deve in ogni caso trovare una soluzione, anche temporanea, per la gestione dell’ippodromo, in modo da far tornare al più presto i lavoratori al loro posto e garantire i livelli occupazionali. Non è pensabile che 400 persone rimangano senza avere notizie sul proprio futuro per settimane”. Lo ha detto Nadia Spallitta, candidato sindaco con la lista Palermo città futura con i Verdi, intervenendo oggi a sostegno dei lavoratori dell’ippodromo, che chiedono la riapertura dell’impianto.


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