“In materia di personale, il governo regionale e la sua maggioranza (?), continuano a muoversi con una palese incapacità”. L’attacco all’esecutivo di Lombardo arriva dritto dalla Funzione pubblica della Cisl, attravero una nota sottoscritta dal segretario Gigi Caracausi e il dirigente Paolo Montera. Il tema, appunto, quello dei rinnovi dei contratti è uno dei più spinosi della Finanziaria attualmente in discussione all’Ars. Il governo, nel suo maxiemendamento, ha previsto lo stanziamento di quasi 26 milioni di euro per pagare gli arretrati, ma ha fissato anche dei tetti ai possibili aumenti (non più dell’1,5% per la dirigenza e non più del 2% per i dipendenti del comparto). Somme ritenute inadeguate dai sindacati.
“Con il trattamento riservato nella Finanziaria regionale ai propri dipendenti, – scrivono i sindacalisti – il governo non solo ha sancito ulteriormente la propria incapacità gestionale ma ha definitivamente conclamato il proprio accanimento nei loro confronti. Riteniamo ingiusto, incoerente e persecutorio l’atteggiamento che Lombardo sta tenendo, proclamando una politica rigorosa in materia di bilancio, ora su tagli ad indennità di Assessori tecnici, ora sulle consulenze, per poi presentare il conto solo e sempre ai dipendenti”.
E l’attacco non finisce qui. Dopo l’l’accenno ad alcuni sprechi e contraddizioni dell’operato del governo regionale, i sindacalisti si chiedono “come mai alcune buone pratiche previste da norme di finanza pubblica nazionale vengano recepite solo sulla carta e di altre, come i piani di riorganizzazione, non se ne parli neppure. Forse è più importante – prosegue la nota – continuare a nominare nuovi o vecchi consulenti, ma del loro operato è possibile averne contezza? Di contro, l’incapacità a sedersi attorno ad un tavolo, per garantire ai dipendenti della regione siciliana quello che tutte le altre regioni e tutti i dipendenti pubblici d’oltre stretto hanno già avuto (nulla di più!) e per risolvere alcune questioni, si traduce in maldestri provvedimenti legislativi tendenti a proporre rinnovi contrattuali che ledono la dignità del personale e promuovono la mobilità selvaggia e clientelare. Se il governo intende proseguire in questa direzione, faccia pure, noi – concludono i sindacalisti – non intendiamo partecipare a questo gioco al massacro”.
E la Cisl, al contrario delle altre sigle, da tempo si è espressa per l’abolizione dell’Aran. Una soppressione, questa sì, contenuta nella Finanziaria. Un tema sul quale i sindacati si sono divisi. Tutti gli altri sono per il mantenimento dell’Aran, ma condividono con la Cisl le lamentele sul rinnovo. Con una nota unitaria, infatti, Cobas/Codir, Sadirs, Siad, Dirsi, CGIL, UIL e UGL hanno espresso il loro disappunto “per una norma – scrivono le sigle sindacali – che non può essere contenuta all’interno della Legge finanziaria trattandosi di una legge specifica su lpersonale e che, quindi, essendo una vera e propria riforma, dovrebbe essere contenuta all’interno di una specific alegge di settore.