CATANIA – Il quartiere è ancora incredulo. In molti non vogliono parlare ma si limitano a guardare l’ingresso sventrato della bottega di via Garibaldi 325, transennato e di fronte al quale qualcuno ha voluto lasciare un fiore. Altri invece ringraziano ancora il cielo per non essere stati presenti, ieri sera, e poterlo raccontare. Come il pasticcere che ha la bottega di fronte la cicloofficina dove ha trovato la morte Giuseppe Longo, il proprietario rimasto carbonizzato e il cui corpo è stato recuperato a tarda notte, ieri sera. Il titolare della pasticceria ci racconta come l’anziano biciclettaio fosse un volto noto nel quartiere, soprattutto tra i ragazzi ai quali riparava le bici.
Qualcun altro dice però che, da qualche giorno non si vedeva più in giro; altri, come il titolare della scuola guida che si trova poco più in alto del luogo della tragedia, che aveva due case, una in via Palermo, ma che preferiva stare lì, al Fortino, a riparare le bici. Altri ancora raccontano di come l’anziano, ultimamente fosse più schivo, arrabbiato e avesse strani comportamenti. Qualcuno mormora fosse malato. “Ero passato da lì il giorno prima dell’esplosione – scrive Giuseppe Lo Presti su Facebook – mi incuriosiva sempre guardare quel negozio così strano stracolmo di bici. Però ho notato una cosa che il giorno in cui sono passato io era quasi vuoto. C’erano solo due bici da passeggio all’esterno e l’interno era vuoto tutto alleggerito tutto svuotato questa cosa mi ha fatto pensare”.
Longo non è l’unica vittima della tragedia di ieri sera. Due pompieri, due servitori della gente e dello Stato hanno perso la vita durante il lavoro. Una doppia tragedia. Il trentottenne Grammatico era originario di Salina Grande, Trapani. E da giovane era calciatore del suo Trapani. Dario aveva un bambino di nome Marco, che gli aveva anche scritto (un anno fa) una lettera in occasione della festa del papà.
Dario Ambiamonte avrebbe compiuto 40 anni il mese prossimo. Era nato a Catania e risiedeva nel quartiere di Cibali. Era noto come figlio di Totuccio Ambiamonte, ex presidente della sezione carambola della F.I.Bi.S., era sposato e padre di famiglia. Gli amici e i colleghi lo ricordano come un uomo solare, che amava il proprio lavoro. Quel lavoro in nome del quale, ieri, ha trovato la morte.