ADRANO. Cos’è che accomuna i sindaci di Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia? A parte i problemi di qualsiasi Comune, forse poco. Ma un paio di di cose non sembrano essere certo solo coincidenze. A partire da quelle auto che ognuno dei tre primi cittadini, Pippo Ferrante, Pippo Glorioso e Salvatore Mastrioanni, si è visto incendiare a scopo evidentemente intimidatorio. Per finire, con le spinose questioni legale alla gestione dei rifiuti che interessano i tre municipi. Questa mattina, una delegazione della commissione regionale anti-mafia, è stata questa mattina ad Adrano. Una richiesta forte venuta dai sindaci del territorio proprio dopo i fatti intimidatori degli ultimi mesi. CI si è visti a Palazzo Bianchi assieme ai vertici dei carabinieri – presente c’era il Capitano Lorenzo Provenzano – e della polizia – con il dirigente Antonio Amato -. A rappresentanza del Comune di Paternò era presente anche il vice-sindaco Carmelo Palumbo.
“Oggi non abbiamo manifestato solo solidarietà ai sindaci che sono stati destinatari di atti intimidatori- spiega il presidente della commissione, Nello Musumeci -. Ma abbiamo raccolto anche proposte concrete che trasferiremo al governo regionale, ai capigruppo parlamentari ed al presidente dell’Ars. Il fronte più caldo resta quello dei rifiuti sul quale puntano quasi sempre le organizzazioni malavitose criminali: e lì servono segnali forti e chiari della Regione”.
Della delegazione della commissione erano presenti anche i due vice-presidenti Francesco Ferrandelli e Gianluca Miccichè assieme a Luisa Lantieri e Stefano Zito. Ma nel corso delle due ore e mezza di colloquio si è parlato anche dei furti e delle rapine che stanno interessando il territorio nonché di un fenomeno come quello del caporalato nelle campagne in forte ascesa. “Ho colto nei sindaci – conclude Musumeci – tanta solitudine. Un senso di isolamento che non può non destare preoccupazione. I sindaci sono l’ultimo baluardo del territorio: o lo si consolida con la presenza di tutti i soggetti attivi del territorio o lo lasciamo crollare e, allora, sarà il caos”.
