CATANIA – Si trova ancora agli arresti domiciliari e avrebbe ammesso, dinanzi al Gip, di aver consegnato delle sim al marito all’interno del carcere di Enna. Ha detto però di averlo fatto solo per paura che lui le facesse del male.
Manuela Finocchiaro, 37enne, è agli arresti domiciliari dal 30 luglio. È la moglie di Luca Aurora. Il marito ha 31 anni ed è in carcere. Entrambi sono stati coinvolti nello scandalo della droga e dei micro-telefonini in carcere, fatti entrare attraverso vari metodi, tra cui anche un drone.
Un’incensurata
Tutto sarebbe partito da alcuni detenuti al carcere di Enna, dove era recluso Aurora, e ha poi prese piede in altre strutture. La moglie di Aurora è una donna incensurata, un’insegnante, che non ha mai avuto guai con la giustizia prima d’ora. Eppure si è trovata in questo giro, per paura di ritorsioni.
A dirle di farlo, in sostanza, sarebbe stato lui, Aurora. Ad ogni modo il giudice non ha accolto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per la Finocchiaro. E il suo legale, il penalista Andrea Gianninò, adesso potrebbe fare ricorso al Riesame.
Il caso
Anche perché per il momento i termini sono sospesi, perché è agosto. E le difese non avrebbero rinunciato ai termini feriali. Questo, ovviamente, data la particolare complessità della vicenda. La notizia di questo caso ha fatto il giro d’Italia, non solo perché si tratta di un caso-limite – i droni che di notte arrivavano sin dentro le celle dei detenuti – ma anche per i contorni della vicenda.
Era un giro molto redditizio: i prezzi della droga erano altissimi. All’interno dell’istituto, secondo quanto avrebbe riferito il detenuto agli investigatori, l’hashish veniva venduto a 100 euro al grammo, dunque almeno 10 volte in più rispetto a quelli che sono i prezzi di mercato, ovviamente nel mercato illegale: per strada gli spacciatori infatti si fanno pagare in media circa 10 euro al grammo.
I “catanesi”
A un certo punto, però, nel carcere di Enna il giro avrebbe cambiato “padroni”. La palla sarebbe passata ai catanesi. Secondo la polizia, il pilota del drone sarebbe stato Filippo Boccaccini, un 39enne ritenuto “insostituibile”, tanto da guadagnare anche 2 mila euro a consegna. L’addetto alle “pubbliche relazioni” con i detenuti, invece, sarebbe stato il 28enne di Librino Alessio Marino, detenuto ad Augusta.
Parrebbe essere stato Marino a decidere, sempre secondo gli investigatori, anche l’ordine delle consegne da effettuare tra Enna, Augusta, Taranto e Palermo. Sono alcune delle novità più importanti della misura del Gip Giuseppe Noto, eseguita dalla Squadra Mobile.