La faida di Palma di Montechiaro, arrivano le richieste di pena - Live Sicilia

La faida di Palma di Montechiaro, arrivano le richieste di pena

La guerra sfociò nel sangue con due omicidi tra il 2015 e il 2017

PALMA DI MONTECHIARO (AGRIGENTO) – Una guerra tra due famiglie, innescata dal furto di un mezzo agricolo, sfociata nel sangue con due omicidi tra il 2015 ed il 2017. Il sostituto procuratore Gloria Andreoli ha avanzato la richiesta di condanna nei confronti di tutti gli imputati coinvolti nella tristemente nota faida di Palma di Montechiaro. Per due di loro – Ignazio Rallo e Roberto Onolfo – il pubblico ministero ha chiesto la pena più alta: ergastolo.

Le altre richieste

La procura di Agrigento ha poi chiesto la condanna di altri sette imputati, accusati a vario titolo di favoreggiamento e detenzione di armi: Giuseppe Rallo (2 anni); Pino Azzarello (3 anni, 1 mese e 10 giorni); Carmelo Pace (1 anno e 4 mesi); Giacomo Alotto (2 anni); Gioacchino Gaetano Burgio (2 anni); Francesco Orlando (1 anno e 2 mesi); Giuseppe Giganti (2 anni). Un ’ altra imputata, Maria Concetta Noemi Oteri, ha patteggiato la pena.

Come tutto ebbe inizio

Al centro del processo gli omicidi di Enrico Rallo e Salvatore Azzarello. Il primo venne ucciso il 9 novembre 2015 davanti ad un bar di Palma di Montechiaro; il secondo, due anni più tardi, fu freddato da un commando nelle campagne di contrada Burraiti mentre si trovava a bordo del suo trattore. Per la procura di Agrigento la guerra tra le due famiglie ha inizio nel 2013 con il furto di un mezzo agricolo commesso dai fratelli Ignazio ed Enrico Rallo ai danni di Azzarello.

Le indagini

Ci sono voluti anni di indagini, maturate in un clima di assoluta omertà, prima di arrivare ad una svolta. Le cimici istallate e i telefoni sotto controllo rilevano quella che in un primo momento appare una casualit à ma che poi diventerà un solido elemento accusatorio: ogni qualvolta si parla dei due omicidi i dialoghi si concentrano sui Rallo e sugli Azzarello. I riscontri non tardano ad arrivare: un telefono cellulare e alcuni walkie-talkie che erano stati rubati dal pick-up utilizzati per l’omicidio Azzarello vengono ritrovati nelle disponibilità di Onolfo.

Una lunga scia di sangue

La faida, però, non si placa neanche con l’inizio del processo. Lo scorso 31 ottobre viene assassinato il principale imputato, Angelo Castronovo, 65 anni, ucciso nelle campagne tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata. Era stato scarcerato poco prima. Castronovo, in questa storia, non è un personaggio qualsiasi. Era l’unico imputato con la contestazione della partecipazione ad entrambi gli omicidi. Secondo gli inquirenti avrebbe fissato l’appuntamento fatale con Rallo nel 2015 non presentandosi e attirandolo nella trappola. Sarebbe stato lo stesso Castronovo, quasi due anni più tardi, a informare Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello. Il processo, in corso davanti la Corte di Assise di Agrigento, presieduta da Giuseppe Miceli, riprenderà il 4 maggio. Sarà il giorno delle arringhe difensive degli avvocati Giovanni Castronovo, Antonino Gaziano, Domenico Ingrao e Giuseppe Vinciguerra. Poi si tornerà in aula l’11 maggio con gli interventi degli avvocati Santo Lucia e Walter De Agostino.


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