"La Fiat non è più italiana" - Live Sicilia

“La Fiat non è più italiana”

Raffaele Lombardo contro il Lingotto
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“Mettiamoci in testa che la Fiat non è più una industria italiana: è una multinazionale, che potrebbe aver sede in Italia ma anche in Giappone come negli Stati Uniti, ed opera ormai in termini di mercato globale”.
Così il presidente della Regione Raffaele Lombardo, stamattina a Catania per assistere al rientro in Cattedrale della “vara” di Sant’Agata, commenta a caldo l’estenuante trattativa per tentare di salvare lo stabilimento di Termini Imprese.

Presidente, allora non ci sono speranze ? L’atteggiamento di chiusura della Fiat pare netto, e definitivo.
“Ho la netta sensazione che la Fiat di Termini chiuderà. Ma noi ci batteremo fino in fondo per impedirlo. Sia ben chiaro che qualcuno deve pagare: il governo non può continuare a dare incentivi e deve mutare la sua strategia nei confronti della Sicilia”.

Potrebbero però subentrare altre aziende….
“Questa è una possibilità seria. Esistono alcune proposte interessanti che sicuramente prenderemo in considerazione”.

E fra una trattativa e l’altra ha trovato il tempo di fare una scappata a Catania per la Patrona. Ha visto quanta gente ?
“E’ l’auspicio che Sant’Agata aiuti Catania. La città si sta risollevando; le difficoltà economiche sono state superate”.

La giunta regionale sta provando a spendere i fondi accumulati ?
“Per la verità, noi non accumuliamo. Investiamo i fondi man mano che arrivano”.

Confindustra Catania ha sollecitato i bandi per l’attuazione della legge per gli aiuti alle imprese.
“Stiamo sbloccando alcuni finanziamenti europei, sono in arrivo i Fondi Fas. Riguardo le imprese, è molto importante il credito d’imposta, un aiuto concreto ed immediato”.


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