La Gesip torna in piazza| Al corteo presenti in 300 - Live Sicilia

La Gesip torna in piazza| Al corteo presenti in 300

Un momento del corteo Gesip

I dipendenti della partecipata sono partiti intorno le 11.45 da piazza Croci fino a piazza Pretoria. Rallentato il traffico in via Libertà, ma alla protesta questa volta hanno preso parte circa 300 lavoratori. Obiettivo un incontro con i capigruppo di Sala delle Lapidi, ma dal sindaco arriva il no a piani alternativi a quello che prevede nuova cassa integrazione.

Destinazione Palazzo delle Aquile
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PALERMO – Quattro giorni dopo l’imponente corteo che da piazzetta della Pace ha raggiunto piazza Pretoria, la Gesip torna in piazza per una nuova manifestazione che promette di bloccare ancora una volta il traffico e mandare in tilt Palermo. Questa volta, però, il punto di partenza è da piazza Croci, dove poco dopo le 11.45 circa trecento lavoratori hanno iniziato il corteo con la stessa destinazione: Palazzo delle Aquile, ovvero il cuore della politica cittadina. Gli operai si sono incamminati verso piazza Pretoria percorrendo via Libertà e via Ruggero Settimo, fino ai Quattro Canti.

La vertenza della società partecipata del Comune torna ancora una volta in primo piano, con i suoi 1700 lavoratori pronti a chiedere garanzie sul proprio futuro. Ma se giovedì l’obiettivo del corteo era un incontro con il sindaco e gli assessori, stavolta la manifestazione vuole spingere per un vertice con la conferenza dei capigruppo di Sala delle Lapidi: è nelle mani degli inquilini di piazza Pretoria, infatti, che adesso passa la palla. I sindacati Gesip, tornati uniti a causa dello spettro di un licenziamento di massa (le cui procedure sono già in realtà iniziate), faranno pressione sui capigruppo perché mettano quaranta milioni in più nel capitolo di bilancio dedicato ai servizi per la città, che già ne conta 20, in occasione dell’assestamento che va votato entro novembre. Una cifra di 60 che basterebbe a garantire, per il 2014, il ritorno al lavoro a stipendio pieno anziché quel mix di ammortizzatori sociali ed esodi incentivati su cui invece insiste Orlando.

Il sindaco, nei giorni scorsi, è stato però chiaro: non esistono piani alternativi a quello presentato ai sindacati e che prevede licenziamenti di massa, a meno di adottare soluzioni alternative come gli esodi, la Cig e la mobilità orizzontale. Soluzioni certamente fattibili (anche se la mobilità è appesa al filo del decreto D’Alia all’esame del Parlamento) ma che richiedono tempo, proprio quello che potrebbe mancare da qui a fine dicembre. Per lunedì mattina è già convocata una capigruppo, che dovrà così decidere se convocarne una seconda ad hoc per la Gesip.


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