La 'governance' mafiosa dal carcere: al via l'udienza preliminare

La ‘governance’ mafiosa dal carcere: al via l’udienza preliminare

Il gup ha accolto la costituzione di parte civile dell'associazione Agosta ma solo per i reati associativi. Sollevate alcune questioni procedurali.
INCHIESTA REPORT
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CATANIA – Non è ancora entrata nel vivo l’udienza preliminare frutto dell’inchiesta antimafia Report contro il clan Laudani di Catania. Sono state affrontate le questioni preliminari del processo che vede 35 imputati. Il gup, dopo una breve camera di consiglio, ha deciso di ammettere come parte civile l’associazione Alfredo Agosta ma limitatamente alle posizioni legate ai reati associativi. Alcuni avvocati, come Dario Fina, hanno sollevato l’eccezione in merito all’esclusione di parte civile per i reati comuni che non hanno alcun collegamento con l’attività associativa e non sono aggravati dall’agevolazione alla criminalità organizzata. Eccezione, dunque, che è stata valutata e condivisa dal giudice. 

Alcuni difensori, nel proseguo dell’udienza preliminare che si è svolta a Bicocca, hanno presentato al gup osservazioni su alcune questioni procedurali in merito all’avviso di conclusione indagini e il conseguente accesso ai fascicoli. La riserva sarà sciolta dal giudice Castronuovo il prossimo 14 giugno. 

L’inchiesta, coordinata dai pm Marco Bisogni e Tiziana Laudani, ha documentato la ‘governance’ mafiosa di Orazio Scuto ‘u vitraru nonostante la detenzione in carcere. Attorno al nome del boss si stava ricostruendo l’organizzazione criminale decapitata nel 2016 dal blitz Vicerè. Una ricostruzione che ha portato anche a uno scontro generazionale nel clan. I comportamenti delle nuove (e giovani) leve non sarebbero state ben viste dai vecchi boss. 

Non solo affari tipicamente mafiosi, ma anche capacità di interferenza (con i metodi della violenza e dell’intimidazione) in alcune aste giudiziarie. E nel calderone delle indagini la Guardia di Finanza sul pizzo sono finiti anche esponenti della cosca Santapaola-Ercolano.


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