La 'guerra Covid' di Lampedusa: tamponi e vaccini

La ‘guerra Covid’ di Lampedusa: tamponi e vaccini

Le polemiche sul tracciamento e sui vaccini, ma tutto dovrebbe essere finito bene.
ARRIVANO I RINFORZI
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PALERMO- Tutto è bene quel che sembra essere finito bene. A Lampedusa ci sarà una macchina per i tamponi, arriverà nuovo personale e ci saranno i vaccini. Uno scenario che tende al sereno dopo le polemiche dei giorni scorsi.

Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, aveva tuonato:  “L’Usca non fa i tamponi a chi arriva nelle Pelagie. Mi dicono che i sanitari sono pochi. Così la mia ordinanza per Lampedusa che è zona rossa non serve a nulla. C’è un’ insensibilità da parte dell’assessorato alla Sanità, da parte della presidenza della Regione e c’è la responsabilità dell’Asp di Palermo. Sarò costretto a revocare l’ordinanza. Ma se entro oggi non si risolve il problema presenterò un esposto alla procura di Agrigento. Sull’isola ci sono 4500 persone da vaccinare. Devono portare vaccini e vaccinatori sull’isola e vaccinare la popolazione senza saltare alcuna fila. Va vaccinato chi ne ha diritto”. Una presa di posizione seguita da mail e da telefonate non esattamente rasserenanti. Poi, la svolta.

“Ho parlato con il commissario per l’emergenza Renato Costa – dice il sindaco – che mi ha garantito che a Lampedusa arriveranno una macchina per i tamponi di seconda generazione che permetterà il tracciamento e personale sanitario in rinforzo. Anche sul fronte delle vaccinazioni qualcosa si è sbloccato. Ho mandato all’Asp la lista delle persone che devono essere vaccinate, in due elenchi presi dall’anagrafe comunale: quelli che hanno un’età compresa tra i sessanta e i settantanove anni e i fragili che mi sono stati segnalati dai medici di famiglia, per un totale, al momento, di 2.370 aventi diritto”.

Tra la mediazione del commissario, dell’Asp e colloqui più distesi, entro un paio di giorni dovrebbero essere vaccinati nell’isola i primi in elenco: la ‘guerra Covid’ di Lampedusa è già in zona armistizio, anche se il sindaco dice di essere pronto a ricorrere alla via giudiziaria, se insorgessero ulteriori problemi. A Lampedusa ci sono circa quaranta positivi e nessuna segnalazione di casi tra le persone migranti, tra i sessantacinque presenti nell’hotspot e gli altri sulle navi quarantena. “Dobbiamo mettere al riparo la popolazione – conclude il sindaco Martello – per il turismo che in estate potrebbe ripartire e soprattutto per il diritto alla salute”.


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