PALERMO – Il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare e rimesso in libertà Gioacchino Crivello, socio-lavoratore della “Pronto Bus srl”.
Secondo l’accusa, ci sarebbero i fratelli Gregorio e Tommaso Di Giovanni insieme a Paolo Calcagno dietro la società che organizza giri turistici per le vie di Palermo a bordo di bus scoperti.
L’impresa con sede legale in via Stefano Tura sarebbe stata fittiziamente intestata a Crivello, cognato di Sebastiano Vinciguerra (ai domiciliari, ndr), ed è stata sequestrata su ordine del giudice per le indagini preliminari Filippo Serio con la stessa ordinanza che stamani ha portato all’arresto di 32 persone. Il legale di Crivello, l’avvocato Antonino Gattuso, ha sostenuto che il suo assistito non ha svolto alcun ruolo di prestanome, ma ha acquistato la quota con i suoi soldi esclusivamente per potere lavorare.
La vicenda è venuta a galla quando Vinciguerra chiese e ottenne dai fratelli Di Giovanni cinquemila euro ciascuno perché l’attività “è sotto” – bisognava aspettare per raccogliere i risultati – mentre Calcagno era restio a sborsare la sua parte. O meglio, durante alcuni colloqui in carcere Calcagno, che del mandamento di Porta Nuova è stato il reggente prima del ritorno di Di Giovanni, spiegava ai parenti che aveva già sborsato quindici mila euro.