PALERMO – Per migliaia di siciliani l’estate potrebbe essere calda, caldissima. E soprattutto povera. Una cosa, infatti, ormai è certa. La nuova finanziaria (la terza, in un anno) non sarà in vigore prima del 31 luglio prossimo. Fino a quel giorno, gli stipendi di migliaia di lavoratori di enti legati alla Regione, infatti, sarebbero garantiti dagli stanziamenti della cosiddetta “manovrina” (la seconda dell’anno). Insomma, anche se – come tutti si augurano – non succedesse quello che è successo a gennaio (la mega-impugnativa dell’allegato 1 alla Finanziaria che ha “cancellato” gli stanziamenti per gli stipendi di tantissimi siciliani), le buste paga arriveranno certamente in ritardo. Rischia di slittare, insomma, lo stipendio di luglio per i lavoratori, tra gli altri, dell’Esa, dei Consorzi di bonifica, dell’Irsap, dei Forestali e dei dipendenti dell’Eas e dei Teatri. In alcuni casi, tra l’altro, come all’Esa o all’Istituto incremento ippico, i lavoratori lamentano già da qualche mese la “chiusura dei ribuinetti”. Gli stipendi non arrivano.
La Finanziaria ter, che nelle intenzioni del presidente Crocetta doveva essere pronta già i primi giorni di luglio, ha ricevuto solo l’ok, finora, solo della commissione bilancio. L’iter, insomma, è ancora lontano dal concludersi. Ieri è iniziata, tra le polemiche, la discussione generale, mentre piovevano i nuovi emendamenti dei deputati: alla fine saranno circa 800. Lunedì, quindi, si passerà a esaminare l’articolato. Un testo alleggerito dalla decisione – richiesta a gran voce da Forza Italia – di stralciare un maxi emendamento da oltre trenta articoli. Alla fine, si scende: da oltre 80 a una cinquantina di articoli da approvare. Comunque tanti. E lunedì sarà già il 28 luglio. Tardi, tardissimo. Anche considerato il fatto che difficilmente questa Finanziaria, anche considerata proprio la mole, la complessità e il numero di emendamenti, potrà essere esitata in poche ore. Anzi. Anche i più ottimisti puntano all’approvazione entro la prossima settimana: il 31 luglio, appunto. Se non il primo agosto.
Ma anche con l’approvazione entro luglio o ai primissimi giorni di agosto – ipotesi che pare la più “verosimile” – per l’erogazione degli stipendi bisognerà aspettare ancora. E non poco. Dopo l’ok (mettiamo caso che questo arrivi il primo di agosto), bisognerà (magari il giorno dopo) collazionare il testo. Assemblarlo, insomma (gli uffici hanno tre giorni di tempo per farlo). Per poi spedirlo al Commissario dello Stato. Che ha, per legge, cinque giorni di tempo per decidere se e cosa impugnare di quella norma.
E siamo già ad agosto inoltrato. Quando, in caso di impugnativa anche di un solo articolo, l’Assemblea regionale dovrà essere convocata in seduta straordinaria (saremmo già in pausa estiva) per il via libera alla promulgazione del testo senza le parti impugnate. Testo che dovrà essere trasmesso, a quel punto – e saremo già nei caldissimi giorni di Ferragosto – agli uffici della Gazzetta ufficiale per la pubblicazione. Anche nel caso di una edizione straordinaria della Gurs, il rischio che tutto slitti alla terza settimana di agosto è più che concreto. Fino ad allora, molti lavoratori potrebbero non vedere il proprio stipendio. Proprio durante l’estate.
Fino ad allora, infatti, non sarebbe possibile utilizzare le somme stanziate – tra articolato e tabelle varie – per ognuno degli interessati. Si tratta, ad esempio, dello stanziamento di oltre 102 milioni complessivi per i Forestali, gli oltre 47 milioni (tra articolato e “allegato 1”) per i lavoratori dei Consorzi di bonifica, i 15 milioni per quelli dell’Esa, i 14,5 milioni per quelli degli Enti parco, i 9,9 milioni per l’Arpa, i 7 milioni per il personale dell’ex Ente minerario e altri 8,1 milioni per quelli degli enti Azasi, Espi, Ems. Quasi 5,4 milioni sono rivolti invece a cooperative agricole, cantine sociali e consorzi agrari. Per i dipendenti Irsap l’allegato prevede uno stanziamento 11,4 milioni di euro. E tremano anche, ovviamente, i lavoratori dell’Eas e dei teatri siciliani. Anche i contributi per i loro stipendi dipendono da quella manovra: allo Stabile di Catania dovrebbero andare quasi 1,9 milioni, al “Bellini” 14,8 milioni, al Teatro di Messina 4,5 milioni, tre milioni invece al “Biondo” di Palermo. Oltre 9,5 milioni di euro invece sono detinati alla fondazione orchestra sinfonica siciliana e quasi 7,5 milioni al Teatro Massimo di Palermo. Per tutti loro l’estate potrebbe essere più calda (e povera) del solito.