PALERMO – L’ottimismo e gli appelli non sono bastati: la Legge di stabilità 2019, pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, racconta un’Isola nella morsa di una crisi mai scongiurata davvero. Per l’anno 2019 si tratta di oltre 141 milioni di euro ‘congelati’, che saranno disponibili a una sola condizione: ottenere il via libera dallo Stato centrale a spalmare un disavanzo di circa 586 milioni di euro in trent’anni anziché in tre. Nel frattempo, però, sulla Gazzetta compare nero su bianco chi sta pagando a caro prezzo la “manovra lacrime e sangue”.
A subire sono praticamente tutti i capitoli, seppure in misura diversa, e le paure pre Finanziaria – qui alcune che Live Sicilia ha raccontato in un viaggio fra i tagli – diventano conferme. In attesa di risvolti, quindi, si tratta di tagli: ci sono quelli alle indennità vitalizie per i talassemici gravi (-2 milioni di euro a fronte di circa 9), all’Unione italiana ciechi in Sicilia (-300 mila euro su un milione e mezzo circa) e al relativo centro regionale ‘Helen Keller’ di Messina (-200 mila euro rispetto ai 620 mila erogati); accusano il colpo anche il fondo speciale per il potenziamento delle attività sportive isolane (-2 milioni di euro su 4 milioni e mezzo), le spese per i servizi di trasporto pubblico locale (48 milioni congelati su oltre 163 mila) e il fondo destinato allo sviluppo della propaganda di prodotti siciliani (-1 milione e mezzo di euro circa su oltre 3 milioni 600 mila). In bilico anche quasi 9 dei 30 milioni e mezzo disposti per il bacino Pip-Emergenza Palermo.
Affondi e batoste anche per l’arte, la cultura e l’istruzione dell’Isola: in attesa di novità da Roma, alla Fondazione Teatro Massimo di Palermo vengono bloccati 265 mila euro a fronte di un fondo di 6 milioni 700 mila, mentre l’ente autonomo ‘Teatro di Messina’ dovrà fare a meno di 700 mila euro sugli oltre 4 milioni 300 mila totali, e al teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania verranno a mancare 1 milione 400 mila euro su circa 13 milioni. Accantonato anche 1 milione 600 mila euro degli oltre 7 milioni del Furs (Fondo unico regionale per lo spettacolo), finalizzato a sostenere le attività di enti, fondazioni e teatri stabili con sede legale in Sicilia da almeno tre anni. Tagli anche per la scuola e la formazione professionale: congelati 600 mila euro del capitolo delle scuole primarie e secondarie paritarie con convenzione regionale, a fronte di 4 milioni e mezzo, e 1 milione sui quasi 18 dedicati ai percorsi di istruzione e formazione professionale nella scuola dell’obbligo.
Allo stato attuale, il 2019 figura in salita anche per il settore agricolo. Rimangono accesi i focolai dell’Esa (Ente per lo sviluppo agricolo) e dei Consorzi di bonifica: il primo deve fare a meno di 1 milione 800 mila euro su circa 9 previsti per la meccanizzazione agricola; i secondi registrano una duplice perdita, una da 790 mila euro su quasi 13 milioni per garanzie occupazionali e proroghe di contratti, e l’altra da 8 milioni e mezzo sui circa 48 del contributo regionale per integrare i bilanci. All’Istituto regionale della vite e del vino vengono congelati 500 mila euro su 5 milioni 700 mila. Largamente ridotti i fondi destinati ai consorzi per la formazione di divulgatori agricoli, autori di comunicati di ricerca da diffondere tra il grande pubblico: degli 895 mila euro previsti, ne sono stati bloccati 600 mila.
La lista sembra non esaurirsi mai, e non fa distinzioni di categoria: si va dagli Ersu, Enti regionali per i diritti allo studio universitario (-2 milioni 400 mila euro su quasi 11 milioni e mezzo), all’Istituto sperimentale zootecnico (-755 mila euro a fronte di quasi 3 milioni), al Consorzio per la ricerca sulla filiera lattiero casearia (oltre 280 mila euro bloccati su un fondo da 1 milione 285 mila euro); defalcati anche 1 milione sugli 11 e mezzo dei rimborsi comunali per il ricovero di minori disposto dall’autorità giudiziaria, e 500 mila euro su 1 milione 311 mila per le scuole di servizio sociale.