Riorganizzazione del personale, segretezza delle indagini e rapporti con la stampa. Il nuovo procuratore Capo di Catania, Giovanni Salvi, ha incontrato i giornalisti a porte chiuse e telecamere spente. “Dobbiamo riuscire a garantire un’effettività della presenza dello Stato in modo da evitare il senso di ingiustizia dei cittadini, intervenendo in tempi ragionevoli ed evitando il ricorso a forme di giustizia privata”. Parole del nuovo capo della procura catanese Giovanni Salvi che ha incontrato i giornalisti in modo informale discutendo dei primi giorni di lavoro nell’ufficio al primo piano del palazzo di Giustizia di Catania. Parola d’ordine è il lavoro, e Salvi spiega che inizierà proprio dall’arretrato “fisiologico” che ha trovato nell’ufficio; per affrontarlo da giorni sta studiando ad un nuovo progetto di riorganizzazione dell’ufficio “valutando – spiega Salvi ai giornalisti- e valorizzando le risorse già presenti a tutti i livelli”. Mancano alcuni dei pm in organico e qualora dovessero arrivare, cosa possibile tra non molto, non ci sono le stanze nelle quali potrebbero lavorare.
Processo Lombardo. “Ci stiamo riunendo” tre parole, bastano e avanzano. Nei giorni scorsi è stata svelata da Livesicilia la notizia che l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa a carico dei fratelli Lombardo, passerà da un Gip con la richiesta di archiviazione formulata dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal coordinatore della DDA Carmelo Zuccaro. Nel frattempo, il 14 dicembre, Lombardo comparirà da imputato per l’accusa di corruzione elettorale. Segretezza delle indagini. “È prioritario per ma salvaguardare le indagini in corso e quindi mi attiverò al fine di tutelare l’operato degli investigatori evitando che si consolidino corsie preferenziali per un giornalista o per un altro”. L’appuntamento è fissato per la presentazione ufficiale del nuovo progetto strutturale della procura di Catania. Probabilmente dopo le feste