Tetto agli stipendi dei dirigenti | Sì alla norma "salva sportellisti" - Live Sicilia

Tetto agli stipendi dei dirigenti | Sì alla norma “salva sportellisti”

Fissato un limite massimo di 100 mila euro per i dipendenti regionali. No ai Cda nelle partecipate.

La mini-finanziaria all'Ars
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PALERMO – Non saranno assunti dalla Regione, ma potrebbero presto tornare a lavorare. Una prima buona notizia per i 1700 ex operatori degli sportelli multifunzionali che da oggi potranno affiancare i dipendenti dei Centri per l’impiego nelle attività legate alle politiche attive del lavoro. La norma è stata approvata nell’ambito della “mini finanziaria”, in corso di discussione a Sala d’Ercole. Lavoratori che, come detto, non saranno assunti dalla Regione. L’affiancamento, infatti, non sarà diretto, ma avverrà tramite organismi “in house” dell’assessorato al Lavoro o enti accreditati come Agenzie per il lavoro. Una previsione che permetterebbe di aggirare gli ostacoli giuridici (tra i quali la necessità di concorsi pubblici per l’assunzione del personale) che si frappongono alla collocazione diretta presso i Centri per l’impiego. Soluzione, questa, più volte indicata dagli ex sportellisti, per la quale non sono mancate le proteste, i presidi permanenti davanti all’assessorato al Lavoro e gli scioperi della fame. La norma potrebbe mettere fine all’odissea dei lavoratori esperti in politiche attive del lavoro, passati dal bilancio della Regione al fondo sociale europeo, e da qui ad un ente unico (il Ciapi) per nove mesi, e da quasi un anno senza stipendio.

“Dobbiamo essere onesti. Questa norma non è la soluzione del problema ma l’inizio di un cammino”, è l’opinione del vice presidente del Pd Giovanni Panepinto. Sulla stessa linea il pensiero di Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio: “È l’inizio di un percorso, che sarà irto di ostacoli. Non è ciò che si aspettavano gli ex sportellisti, ma non si poteva fare di più”. “Una delle norme più importanti dello stralcio – afferma Santi Formica della Lista Musumeci -, che riguarda una platea di 1700 lavoratori fortemente qualificati, che nel 2010 sono stati inopinatamente precarizzati”. Secondo Formica, la norma raggiunge un “grande risultato, dà un un’ottima prospettiva per il futuro di famiglie che da un giorno all’altro si è ritrovata senza lavoro”. Moderata soddisfazione da parte di Marco Falcone e Vincenzo Figuccia, capogruppo e vice capogruppo di Forza Italia, per i quali “si poteva fare di più in termini di copertura finanziaria, per dare luogo ad un percorso di avviamento al lavoro maggiormente puntuale. Quel che oggi emerge con estrema chiarezza è che l’Assemblea ha inchiodato il governo alle proprie responsabilità”, a porre in essere “provvedimenti concreti e atti certi per far sì che la platea di lavoratori possa ritornare a sostenere le politiche attive e passive del lavoro in Sicilia”.

L’Ars ha fissato a 100 mila euro annui lordi il tetto agli stipendi per dipendenti e dirigenti di enti regionali, a esclusione di quelli del settore sanitario. La norma era stata bocciata durante l’esame della finanziaria lo scorso maggio e prevedeva un limite massimo di 118 mila euro. “Una soluzione che rappresenta una mediazione – spiega Vinciullo -. Da un lato i 118 mila euro proposti dalla commissione, dall’altro i 70 proposti dai cinquestelle”. Norma che è “a rischio di impugnativa del Consiglio dei ministri – aggiunge il presidente della commissione Bilancio -. Non è da escludere che i sindacati dei lavoratori si faranno sentire a Palazzo Chigi”.

Sala d’Ercole ha bocciato la norma che prevedeva la possibilità, per il presidente della Regione, di nominare un consiglio di amministrazione composto da tre membri per le società partecipate. Una norma con la quale il governo tornava sui propri passi. Nel maggio del 2015 una legge approvata dall’Ars ha imposto, infatti, alle partecipate la guida di un amministratore unico. Previsione che resta ferma anche dopo il voto di oggi.

Passa la norma che consentirà alla Regione di affidare in maniera diretta lavori ai Consozi di bonifica, entro il limite di un milione di euro. Lavori nei quali rientreranno quelli finanziati con fondi pubblici regionali ed extraregionali per assicurare la campagna irrigua e la manutenzione delle reti irrigue e dei canali. Purché, però, eseguiti con l’impiego degli operai dei consorzi stessi, degli lavoratori agricolo-forestali e di quelli dell’Ente di sviluppo agricolo. Respinto un emendamento del vice capogruppo del Pd Giovanni Panepinto, con il parere favorevole del governo, che puntava a togliere il tetto massimo di un milione di euro. “Una norma che non servirà per l’acquisto di materiali, ma che consentirà alla Regione di affidare lavori ai consorzi di bonifica senza la necessità di una gara pubblica. Una deroga funzionale al fatto che i consorzi sono enti strumentali nati proprio per questo tipo di attività. Altrimenti ci sarebbe da domandarsi a cosa servono”, ha commentato l’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici.

L’Aula ha dato il via libera anche alla norma relativa alla ricerca nel settore della granicoltura e della zootecnia. Nelle more del riordino dell’Istituto sperimentale zootecnico, dell’Istituto incremento e della Stazione consorziale sperimentale di granicoltura, per i dipendenti regionali che prestano servizio presso tali enti, il trattamento economico fondamentale e quello previdenziale saranno a carico dell’amministrazione regionale. Gli studenti con handicap gravi potranno essere affidati in via sussidiaria ed eventuale al personale interno di ciascun istituto scolastico. In mancanza di professionalità adeguatamente formate si potrà ricorrere a personale esterno tramite voucher a favore delle famiglie.

Approvate le norme sulla programmazione comunitaria che danno la possibilità alla Regione di utilizzare risorse comunitarie fine di assicurare il completamento dei progetti finanziati con fondi europei ma non ancora conclusi. Una norma, sottolineava qualche giorno fa Vinciullo, che “salva 247 milioni euro a favore di province e comuni siciliani che, non avendo terminato le opere entro il temine previsto del 31 dicembre 2015, rischiano di dover restituire i finanziamenti ottenuti”. L’Ars, infine, ha esteso i trasferimenti dell’articolo 9 della finanziaria anche al mantenimento della quota di partecipazione nei Consorzi universitari e negli Istituti superiori di studi musicali.

All’esame di Sala d’Ercole restano undici articoli, tra cui l’emendamento aggiuntivo sul recepimento della Legge Delrio su Liberi Consorzi e Città Metropolitane.

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