La morte del parà Scieri a Pisa | "Nuove prove, riaprire le indagini" - Live Sicilia

La morte del parà Scieri a Pisa | “Nuove prove, riaprire le indagini”

Le conclusioni della commissione parlamentare d'inchiesta.

Il militare siracusano morì nel 1999
di
3 min di lettura

SIRACUSA – “Emanuele Scieri fu punito per essersi ribellato agli atti di nonnismo subiti sul pullman che, dalla caserma dove aveva effettuato il Car, lo portava a destinazione: la caserma Gamerra di Pisa”. La commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del ragazzo siracusano che nel ’99, a 26 anni, fu ritrovato cadavere all’interno della caserma dove era stato destinato per il servizio militare nel corpo dei paracadutisti, è giunta a questa conclusione. E per questa ragione, dopo due anni di lavori, cento ore di audizioni, carte giudiziarie riesaminate, periti impiegati e sopralluoghi effettuati, ha consegnato alla Procura di Pisa la richiesta formale di apertura indagini: “Abbiamo consegnato alla Procura – ha precisato il presidente della Commissione, Sofia Amoddio – una pista d’indagine frutto di nuove prove rilevate. Nuovi elementi di rilievo penale che giustificano la richiesta di apertura indagine”.

Stamattina a Montecitorio una delegazione dei ventuno commissari ha reso note parti della relazione conclusiva dei lavori, con la clamorosa richiesta già consegnata nelle mani del procuratore di Pisa, Alessandro Crini. Rese pubbliche solo alcune parti delle “novità” a cui sarebbe giunta la Commissione, che aggiungerebbero linfa giuridica a una vicenda a suo tempo archiviata in tre procedimenti (giudiziario, civile e militare).

Una ruolo importante nel nuovo quadro probatorio lo avrebbe avuto, secondo la Commissione, l’audizione del vicecomandante di allora, il colonnello Giovanni Fantini. Che avrebbe definito “errore non formale ma sostanziale” un documento rilevante ai fini delle nuove indagini: il foglio redatto dopo il contrappello. Scieri, come ampiamente ricostruito sin dalle prime indagini del 1999, era rientrato in caserma dalla libera uscita, ma era assente al contrappello. Era in caserma,dunque, ma non in camerata: come dichiarato dall’ultimo commilitone che lo avrebbe visto in vita, Stefano Viberti, divenuto poi testimone chiave. Ma nel foglio del contrappello c’è sempre stato scritto: “Mancato rientro”, ossia la formula adeguata a chi non ha mai varcato il cancello esterno per tornare dalla libera uscita, anziché la formula corretta in questi casi: “Assenza al contrappello”.

Eppure la Commissione avrebbe appurato, per voce di due ex commilitoni di Scieri, che chi ha redatto quel documento sapeva del rientro del ragazzo siracusano. Altre due parti decisive ai fini delle conclusioni cui è giunta la Commissione. Una è definita da Amoddio “una circostanza inquietante”. Si tratta della telefonata partita alle 23.48 del 13 agosto, “cioè durante o poco dopo il contrappello – ha spiegato Amoddio – dal telefono in esclusivo uso del generale Enrico Celentano, comandante della Folgore”. La chiamata sarebbe partita da Pisa verso l’abitazione privata dello stesso Celentano a Livorno.

Le attenzioni della Commissione, infine, si sono concentrate su un altro episodio ritenuto “anomalo”: l’ispezione “straordinaria” che la mattina del 15 agosto, doppiamente festiva (domenica e Ferragosto), viene effettuata alla Gamerra dal comandante Celentano insieme con il suo vice: “Alle domande su quell’episodio – ha detto Amoddio – il generale ha risposto che non si trattò di visita straordinaria e che quel giorno visitò altre caserme. E pure che effettuò il giro del perimetro della caserma”. Oltre a ritenere anomala quest’ultima circostanza, visto che “a pochi metri dal perimetro della caserma giaceva il corpo di Scieri”, la Commissione ritiene di aver appurato che non vi sia “traccia delle altre ispezioni che sarebbero state condotte in altre caserme”. “Pur non potendo entrare ulteriormente nel merito dei fatti acquisiti, vincolati dal segreto istruttorio – ha aggiunto Amoddio – occorre aggiungere che sono emerse circostanze che hanno permesso di individuare elementi di responsabilità da sottoporre al vaglio della Procura della Repubblica. Ho già avuto interlocuzioni – ha concluso – con il Procuratore della repubblica di Pisa, dottor Crini e, insieme agli altri commissari, sono molto fiduciosa che, sulla base del grande lavoro svolto da questa Commissione, la Procura di Pisa riapra le indagini”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI