PALERMO- Per quelle strane occasioni, che ti fanno riflettere su quanto sia stranissima, dolce e terribile la vita, la notizia della morte di Nicola Farruggio è arrivata mentre sorridevamo, in redazione, per un bambino nato in casa, a Palermo, grazie al pronto intervento di una dottoressa-vicina di casa e del 118.
E siamo rimasti, come tutti, sgomenti, sorpresi nell’intreccio definitivo tra chi viene e chi va. Nicola Farruggio, portato via da un infarto a 59 anni, era un uomo colto, garbato, amabile.
Un commento su Facebook lo descrive perfettamente: “Albergatore nato nel suo storico albergo. Imprenditore dedito alla promozione e valorizzazione della sua città, regione. Guida ed esempio, e grande amico, che mancherà”. Sottoscriviamo, pensando alle lacrime di chi prova uno struggente senso di perdita, nel luogo più intimo degli affetti. Ma è un dolore che appartiene a tutti: a Palermo, come alla Sicilia.
Nicola era un buono, un ottimista. Uno che non sopportava il pessimismo didascalico di una sicilianità rassegnata e folcloristica che andrebbe estirpata. Nicola credeva nel bene. E credeva che potesse trasformarsi in meglio.
Lo ricordiamo, davanti al Teatro Politeama, con la sua Rosa, a cui mandiamo un abbraccio affettuoso, in occasione della cena di gala organizzata dal miliardario giapponese, Kaoru Nakajima. Era lì e rideva con la felicità innocente di un bambino, nell’osservare quel mondo colorato del Sol Levante, sbarcato a Palermo, così lontano e così vicino.
Non era soltanto la soddisfazione dell’imprenditore che ha fiutato la possibilità di un rilancio. Risplendeva la curiosità di chi vuole conoscere, di chi è pronto a scommettersi, di chi considera qualunque sguardo una opportunità di crescita umana.
Aveva detto, in quella occasione: “Il giapponese fotografa tutto e manda sui social, così rappresenta un moltiplicatore naturale di turismo. Noi siamo realmente felici di un evento del genere e dovremmo abituarci a momenti che possono solo fare il bene della nostra città”. Un manifesto ideologico da mare aperto che ha abbandonato lo scoglio.
Adesso, ancora colpiti e sconvolti dalla notizia della morte di Nicola Farruggio, serbiamo i suoi sorrisi come una speranza. “Dei crucci la trama smaglia il sorriso”, cantava un personaggio della ‘Madama Butterfly’ di Puccini. Ma questa cappa di dolore, per ora, è più forte della tenerezza di ogni memoria.