PALERMO – “Se la vita è un mistero, la morte lo è ancora di più”, dice padre Sergio Catalano, rettore della chiesa di San Domenico. Sono le prime parole che pronuncia al funerale di Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi Palermo e vicepresidente della federazione siciliana.
“Strappato alla vita, alla famiglia, agli amici e, come vedo, alla città intera”, aggiunge rivolgendosi ai tanti accorsi nel pantheon della città.
In prima fila ci sono la moglie di Farruggio, Rosa Di Stefano, i due figli Aldo e Vittorio, e i genitori.
“Si può riuscire a superare il dolore”, aggiunge Sergio Catalano. Come e dove trovare conforto nello strazio della perdita di un marito e padre che aveva solo 59 anni? Certamente nella fede ma non è l’unica via possibile.
È la chiesa gremita a tracciare la strada. Le parole del sindaco Roberto Lagalla, tra i presenti, suggerite a padre Catalano, indicano una diversa traiettoria: “Mi ha chiesto di sottolineare la lungimiranza di quest’uomo che si è messo a disposizione della collettività”.
Catalano alza gli occhi, rivolge lo sguardo alla gente: “Se si è vissuto in maniera notabile si diventa testimoni di qualcosa che rimane, una persona al servizio di tanti”. Allora la morte può non essere “prigionia”. Allora può esserci davvero speranza.
La moglie e i figli “da soli non possono vincere però”, dice padre Catalano, certo che “li accompagneremo”.
“Ha fatto overbooking anche in chiesa”, spiega Nico Torrisi presidente di Federalberghi Sicilia che prende la parola strappando un sorriso alla folla e ai tanti albergatori arrivati a Palermo da tutta Italia.
È l’aspetto allegro, gioioso, disponibile che Torrisi sottolinea dell’amico Nicola.
L’ultimo ricordo affettuoso spetta alla nipote Michela. Un “grazie zio per tutto quello che hai fatto per noi”.