La 'movida selvaggia' di Palermo. E la politica sta a guardare...

La ‘movida selvaggia’ di Palermo. E la politica sta a guardare…

Il problema amplificato dall'inerzia

La “malamovida” non è un problema solo palermitano o catanese, come erroneamente si potrebbe pensare. Ormai è una piaga a livello europeo da tempo e molti sono i comitati di cittadini nati per contrastare le gravi degenerazioni dell’universo dello svago. Mi è capitato di leggere un articolo sul Corriere della Sera del maggio 2016 che dava conto di una riunione a Parigi del coordinamento dei comitati nazionali che da anni combattono per recuperare il diritto dei residenti al riposo, all’ordine e alla sicurezza nelle zone cittadine ad alta criticità nelle principali città europee. Ne fa parte anche l’Italia dove esiste un coordinamento nazionale “No degrado e malamovida” collegato alla Rete Europea “Vivre la Ville”  con Francia, Spagna, Italia,  Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e Portogallo.

Scendendo a casa nostra, a Palermo, abbiamo letto del solito teatrino di Sala delle Lapidi riguardante l’approvazione, anzi, i ritardi circa l’approvazione del regolamento sulla movida. Teatrino messo su dall’attuale maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Lagalla totalmente divisa sul da farsi visti i grossi interessi economici e sociali in gioco e l’incapacità a mediarli non secondo convenienze di partito o elettorali ma secondo una giusta compensazione tra il diritto degli imprenditori a svolgere la propria attività, degli avventori al divertimento e quello dei residenti alla tranquillità e sicurezza. La tematica centrale sta tutta qui, non è questione unicamente di sicurezza e serenità di vita, soprattutto dopo una certa ora, ma pure del rispetto dell’ambiente, dei beni comuni, delle risorse artistiche e monumentali, rispetto troppo spesso mancante con inevitabile e conseguente degrado di interi centri storici.

Una cosa è davvero difficile comprendere, a prescindere dalle omissioni della politica e delle istituzioni: per quale misterioso motivo il divertimento deve per forza associarsi a un volume della musica da perforare i timpani, a pericolose ubriacature da branco, allo spargimento indiscriminato di rifiuti e vetro in frantumi per le strade, alla violenza di frange giovanili senza controllo, alla indifferente occupazione con auto e moto del suolo dinanzi ai portoni tanto da impedire agli abitanti di raggiungere casa, eccetera eccetera.

Ci stiamo riferendo a chi gestisce per mestiere i locali della movida in regola. Poi ci sono gli abusivi, sedicenti gestori e commercianti che violano sistematicamente leggi e regolamenti. Le soluzioni all’annoso conflitto tra gli imprenditori del divertimento e i residenti coinvolti si possono perfettamente trovare. Basta riunire tutte le parti attorno a un tavolo presieduto dal sindaco e dagli assessori competenti e discutere fino a quando non si trova un accordo che contemperi i diversi punti di vista, i diversi diritti insieme al supremo interesse generale. È stato fatto? Se sì, quali allora le ragioni delle divisioni nella maggioranza? Per gli abusivi, ovviamente, controlli costanti delle forze dell’ordine e sanzioni.


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