NEW YORK – La Palestina è entrata ieri sera nell’Organizzazione delle Nazioni Unite come membro osservatore: il voto dell’Assemblea generale ha dato ragione al lungo e applaudito discorso del presidente palestinese Abu Mazen, che ha richiesto un certificato di nascito per lo stato palestinese.
L’evento è di portata storica: a seguito della decisione dell’Assemblea, Israele ha scagliato un attacco durissimo tramite le parole dell’ambasciatore Ron Prosor, che ha parlato di “passo indietro per la pace”. E se Israele pensa che questa risoluzione non sia il percorso giusto da prendere, sono stati soltanto nove gli stati che l’hanno supportato contro la Palestina: Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica ceca, Micronesia e il voto più pesante di tutti, gli Usa
La causa del paese di Abu Mazen è stata sposata invece da centotrentotto paesi, tra cui, a sorpresa, Russia e Cina. L’Europa è arrivata divisa al voto: Germania, Regno Unito e Olanda si sono astenuti, mentre Austria, Cipro, Danimarca, Francia, Spagna e Grecia hanno espresso il loro assenso. Ai sì si è aggiunta anche l’Italia, contro l’ipotesi di astensione del nostro paese che si era sollevata fino a poche ore prima della votazione.
Dunque 138 voti favoreli, 9 contrari e 41 astensioni hanno sancito l’ingresso della Palestina nell’Onu. Sarà solo membro osservatore ma adesso potrò richiedere al Tribunale penale internazionale delle indagini su potenziali crimini commessi da Israele durante il lunghissimo conflitto tra israelo-palestinese.