La protesta dei precari |"Interromperemo il servizio" - Live Sicilia

La protesta dei precari |”Interromperemo il servizio”

Sono 106 i lavoratori precari della Ferrovia Circumetnea di Catania che, da qui a ottobre, saranno mandati a casa. "Eppure - affermano a LiveSiciliaCatania alcuni di loro che oggi hanno organizzato una protesta - lavoriamo in azienda dal 2006.

CATANIA – Sono 106 i lavoratori precari che entro ottobre finiranno in mezzo a una strada. Succede alla Ferrovia Circumetnea di Catania, azienda di trasporto pubblico che rischia così l’interruzione del servizio. Tanto, infatti, minacciano i Cobas, che stamattina hanno organizzato un sit in di protesta alla stazione Borgo, se non verrà trovata una soluzione per la stabilizzazione

“Entro sei sette mesi 106 persone saranno fuori dall’azienda – spiega a LivesiciliaCatania Francesco Guardo, Coordinatore provinciale dei Cobas-Tpl – e questo perchè i vertici non hanno voluto stabilizzare queste persone, limitandiosi a bandire un concorso per solo 40 posti, nonostante questi lavoratori abbiano acquisito, negli anni, una grande professionalità. “Il rischio -incalza – è che l’azienda, perdendo questa forza lavoro, che ammonta a quasi un terzo di quella totale, vada incontro alla chiusura, dal momento che sarà difficile garantire la sicurezza sull’esercizio”. Assunti dal 2006 con contratto annuale e previo concorso, infatti, questi lavoratori sono stati sempre confermati, ogni anno, fino a oggi.

“Da qui a ottobre saremo in 106 ad andare a casa – afferma a LivesiciliaCatania Orazio Caponnetto, tra i precari cui il contratto scadrà a breve. All’interno dell’azienda – aggiunge – stanno procedendo a concorsi in forma privata per il personale di ruolo, mentre per noi è previsto un nuovo concorso pubblico, ma solo per 40 posti, quando tutti hanno maturato il diritto di legge per la stabilizzazione”. Non solo. I lavoratori lamentano in particolare che, per partecipare al nuovo concorso, dovranno effettuare una preselezione che, di fatto, annulla tutte le competenze acquisite negli anni, oltre al fatto che le progressioni verticali previste per il personale, non sono state bandite anche all’esterno, come previsto dalla Legge Brunetta.

Il tutto, concludono i lavoratori, in un’azienda già sotto organico relativamente all’officina, alle manutenzioni, all’autoservizio e agli uffici. “Insomma – evidenzia Caponnetto: ad essere a rischio, oltre alla sicurezza dei lavoratori, è la sicurezza sull’esercizio, sia urbano che extraurbano”.

 


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