La Radiologia del Policlinico: "Le nostre tecniche all'avanguardia"

La Radiologia del Policlinico: “Le nostre tecniche all’avanguardia”

Cosa offre il servizio in termini di attrezzature e interventi

PALERMO- “I pazienti, certe volte, si meravigliano. Mi dicono: ma è possibile che fate cose tanto importanti? E mi viene un po’ da sorridere”. Il dottore Pietro Cimino (nella foto), specialista radiologo, porta avanti con i suoi colleghi il Servizio di Radiologia Muscolo-Scheletrica Interventistica che fa parte del Dipartimento Assistenziale Integrato di Radiologia Diagnostica ed Interventistica del Policlinico di Palermo, diretta dal professore Giuseppe Brancatelli. La buona sanità, in Sicilia, esiste. Basta cercarla e avere la fortuna di trovarla.

“Le patologie che noi principalmente trattiamo sono le osteoartrosi e tutte le patologie tendinee sia traumatiche che degenerative e le trattiamo utilizzando la Medicina Rigenerativa – spiega il dottore Cimino, sfruttando sia le cellule mesenchimali, estratte dal tessuto adiposo, sia le piastrine del sangue. Si agisce con apparecchiature all’avanguardia e tecniche mini-invasive, per esempio nella trattamento delle lesioni tendinee, procedure che fanno risparmiare sofferenza al paziente e denaro alla sanità pubblica”.

“Basta un day hospital per risolvere il problema, in diversi casi – continua il dottore -. Siamo un centro di riferimento per Palermo e provincia. E’ sufficiente prenotare al Cup. Tutto è nato grazie ad una intuizione del rettore, Massimo Midiri, e dell’attuale Commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano, che hanno creduto nel progetto per il bene del territorio”.

Sanità che funziona e che non pretende, in cambio di cure e servizi. “Abbiamo prenotazioni fino a novembre – dice lo specialista – . Possiamo oltretutto contare su nuove apparecchiature ecografiche e sulla risonanza a 3 Tesla che ci consentono indagini come la mappatura della cartilagine”. Morale della storia di sanità? “Non è necessario prendere l’aereo per ottenere prestazioni di qualità, anzi da noi afferiscono regolarmente pazienti da tutto il Sud. Ed è sempre giusto ricordarlo per colmare il gap che viene, talvolta, da un ingiustificato complesso di inferiorità”.


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