PALERMO – La Regione si rifà il look. Scompaiono, in ogni dipartimento, decine di poltrone dirigenziali. Si tratta della riduzione del trenta per cento già prevista nella scorsa Finanziaria e che dovrà portare al calo del numero record dei dirigenti in Sicilia: l’ultimo aggiornamento ufficiale della Funzione pubblica ne ha registrati quasi 1.500 “di ruolo”. A questi poi vanno aggiunti pochi esterni. E le postazioni dirigenziali, a dire il vero, nell’ultima ricognizione, sono oltre duemila. Queste scenderanno a 1.473 con un taglio di 622 “poltrone”. Circa 100 dirigenti resteranno senza “incarico”, insomma. Senza una struttura da dirigere.
Un record, dicevamo, il numero dei dipendenti apicali siciliani, legato soprattutto al rapporto col personale non dirigenziale. “Il numero dei dirigenti – ha scritto ad esempio la Corte dei conti nell’ultimo giudizio di parifica – è il 36 per cento di tutti i dirigenti regionali in Italia, con un rapporto di 1 dirigente per ogni 9 dipendenti (a fronte di un rapporto di 1 / 16 delle altre Regioni ordinarie e di 1 / 19 di quelle a statuto speciale). Si tratta di valori – hanno precisato i giudici contabili – che, solo in parte, per via dell’autonomia differenziata, possono trovare giustificazione nelle attribuzioni alla Regione di funzioni altrimenti di competenza statale”.
Adesso quel numero dovrà scendere. Un “dimagrimento” favorito dalle nuove procedure per i prepensionamenti. La riorganizzazione dei dipartimenti è tutta in una delibera di giunta di pochi giorni fa e nelle tabelle che l’accompagnano. Da queste, emerge come la riduzione delle postazioni dirigenziali non è uniforme, ma ogni dipartimento concorre, in maniera diversa, al raggiungimento del 30 per cento complessivo previsto dalla norma. Le riduzioni maggiori, in percentuale, si avranno proprio alla Ragioneria generale dove scomparirà il 47,37 per cento delle postazioni, seguito dall’Ufficio legislativo e legale (meno 43,40 per cento) dal comando del Corpo forestale e dal dipartimento acqua e rifiuti (per queste due strutture il calo è del 40 per cento).
Dal punto di vista numerico, invee, sono i dipartimenti dell’Agricoltura (attualmente guidato dall’ex assessore Rosaria Barresi) e dei Beni culturali (al vertice del quale siede Gaetano Pennino) a subire il taglio più consistente: addio a 88 postazioni dirigenziali. Saranno 62 le poltrone da dirigente che scompariranno al dipartimento tecnico con a capo Fulvio Bellomo, 45 le postazioni tagliate al Corpo forestale guidato da Gaetano Gullo e 43 al dipartimento regionale del Lavoro guidato ad interim da Antonella Bullara. Resteranno quasi intatti, invece, il dipartimento Affari extraregionali guidato da Maria Cristina Stimolo (due postazioni dirigenziali in meno), quello della Programmazione guidato da Vincenzo Falgares (tre poltrone in meno, taglio appena dell’8,33 per cento) e quello della Famiglia con a capo Antonella Bullara: tre poltrone in meno anche lì. La Regione ha deciso di mettersi a dieta.