La Regione è sotto assedio | E il bilancio non arriva... - Live Sicilia

La Regione è sotto assedio | E il bilancio non arriva…

Circa duemila lavoratori davanti a Palazzo d'Orleans protestano chiedendo notizie sulla cassa integrazione. Dipendenti dello Ial si incatenano sotto l'assessorato alla Formazione, i precari di Multiservizi occupano quello dell'Economia, e operai della Gesip sfondano le porte dell'assessorato al Lavoro. Nel frattempo, a Palazzo dei Normanni, tutto tace: non c'è ancora traccia del bilancio.

PALERMO – La pentola sta per esplodere. La pressione adesso è altissima. Oggi Palermo somiglia a una città da rivoluzione ottocentesca. Duemila persone assediano Palazzo d’Orleans. Precari delle Partecipate minacciano il suicidio dagli uffici dell’assessorato al Bilancio, dipendenti della Formazione si incatenano per protesta sotto quelli di via Ausonia. Mentre gli operai Gesip sfondanole porte dell’assessorato al Lavoro, in via Imperatore Federico. E il governatore reagisce: “Atteggiamenti che ricordano quelli mafiosi”

La pressione è alta, altissima. Come la temperatura che oggi arroventa la città. E mentre per le strade il clima è un cocktail di paura, disperazione, furbizia e qualche – perché non mancano mai – bieca strumentalizzazione, Palazzo dei Normanni pare un luogo da favola. Un castello per nulla sfiorato dal clamore delle piazze. Oggi mancano quindici giorni alla scadenza utile per la presentazione del Bilancio. Ma qui, tra i corridoi che si snodano tra Sala d’Ercole e la buvette, non c’è nessuno. Perché non c’è nulla da fare. Perché nessun “foglio contabile”, nessun “pezzo” di bilancio è giunto alle Commissioni. “Il governo – denuncia il deputato regionale Salvino Caputo – non ha inviato il documento finanziario e le commissioni non possono svolgere nessuna attività perché manca il bilancio. L’incapacità del governo sta determinando il blocco dell’attività del Parlamento”.

Così, il detto latino rispolverato ieri da Beppe Grillo, “mentre Roma discute Sagunto viene espugnata”, che in passato fu al centro di omelie assai più “nobili” come quella del cardinale Pappalardo ai funerali di Carlo Alberto Dalla Chiesa, torna buona oggi. A dipingere l’immagine di una Sicilia dai due volti. Di una Palermo dai due volti. Nonostante la contiguità geografica dei luoghi interessati. Mentre in Parlamento (non) si discute, i Palazzi della Regione vengono assediati.

Il bollettino, insomma, è di quelli che fa rabbrividire. Soprattutto se, oltre alle sigle e alle rivendicazioni, si dà un’occhiata ai numeri. Sono oltre duemila, stando ai dati forniti dalle sigle, i lavoratori rappresentati da Cgil, Cisl e Uil che oggi hanno deciso di manifestare davanti Palazzo d’Orleans. Il tema, la cassa integrazione. “A Palermo come a Roma – commenta il dirigente della Cisl Giorgio Tessitore – partiti e governo sono distratti dalla cura dei loro interessi e sottovalutano l’emergenza sociale. Occorre riavviare lo sviluppo, rifinanziare gli ammortizzatori in deroga e prevedere tutele sia per i lavoratori dei settori produttivi che per quelli delle società partecipate in crisi”. Per Pino Franchina della segreteria della Uil Sicilia “in atto ci sono trenta milioni di euro disponibili per gli ammortizzatori in deroga. Nelle case dell’Inps Sicilia è previsto l’arrivo di altri 120 ma – dati alla mano – questi fondi non bastano a coprire il fabbisogno del 2013. L’anno scorso – prosegue il dirigente sindacale – sono serviti, infatti, 200 milioni per garantire un sostegno al reddito a 20mila lavoratori. Quest’anno stimiamo che il numero sfiori i trentamila. Senza fondi, le aziende saranno costrette a chiudere e a licenziare”. – “Il governo Crocetta – ha detto invece Michele Pagliaro, della segreteria regionale Cgil – deve impegnarsi a trovare risorse a aggiuntive per gli ammortizzatori sociali in deroga, in modo da coprire il fabbisogno, garantendo parità di trattamento a tutti i lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni. Ci troviamo – ha aggiunto – oggi con una disponibilità di risorse pari a poco più del 50% di quelle che sono state necessarie l’anno scorso”.

Ma negli stessi minuti nei quali i duemila protestavano sotto Palazzo d’Orleans, un altro gruppo di precari, i cosiddetti “ex interinali” della Multiservizi occupavano gli uffici dell’assessorato all’Economia, in via Notarbartolo. Nel corso della mattinata, gli attimi più drammatici. Un paio di loro hanno minacciato di gettasi dal balcone. Il segno della disperazione, dopo mesi nei quali questi precari “atipici” hanno chiesto, semplicemente, quanto sancito da alcuni tribunali della Sicilia: il loro diritto all’assunzione, prima nella Multiservizi e ora nella nascente Sas. Gli animi si sono placati un po’ con l’arrivo in assessorato dell’assessore all’Economia Luca Bianchi e del capo della segreteria tecnica di Crocetta, Stefano Polizzotto. “Ma da qui non ce ne andiamo finché non si trova una soluzione”, avvertono. Ore calde, insomma.

Nel frattempo, non troppo lontano, in via Ausonia, un gruppo di dipendenti dello Ial Sicilia si incatenavano davanti l’assessorato alla Formazione, lamentando il ritardo, da parte della Regione, nell’emissione dei mandati di pagamento utili a erogare i loro stipendi. Dopo un po’, anche loro sono stati accolti in assessorato. “Ma il tema della lentezza dei mandati di pagamento – commenta Tony Provenzale, dell’Ugl – deve essere approfondito insieme al governo”. Ma il settore Formazione rimane incandescente. Ogni giorno, infatti, nuovi licenziati si aggiungono a una lista che, stando alle stime della Cgil, ha di gran lunga superato le tremila unità: “Gi inviti dell’assessore agli enti gestori affinché non procedano con i licenziamenti – ha detto oggi Giusto Scozzaro, dirigente appunto della Cgil – non sembrano avere sortito effetti dal momento che le parti datoriali non hanno accolto le richieste dei sindacati di revoca delle procedure di licenziamento già avviate mentre continuano ad aprirsi ogni giorno nuove procedure”. Il Ciofs, fa sapere sempre il sindacato, ha avviato venerdì scorso la procedura di licenziamento per altri 169 lavoratori, che si aggiungono alle altre migliaia che rischiano il posto.

Infine, la Gesip. Il simbolo, ormai, della protesta a Palermo da qualche anno a questa parte. Stavolta, i lavoratori hanno preso di mira l’assessorato al Lavoro. Si sono introdotti negli uffici violando le porte di sicurezza e facendo scattare l’allarme. Chiedevano che il direttore generale, Anna Rosa Corsello, firmasse gli assegni per il pagamento della cassa integrazione. “Questi signori – ha commentato stizzito il presidente Crocetta – non hanno capito che se questo continuerà ad essere il loro linguaggio, cioè quello della violenza, la disponibilità della Regione e delle parti sociali, potrà venire meno, perché è totalmente inammissibile venire incontro nei confronti di chi, al limite di un comportamento mafioso, pensa che tutto gli è dovuto”. Intanto, a Palazzo dei Normanni, le sale e i corridoi sono vuoti e silenziosi. Fuori, invece, la pentola sta per esplodere.


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