PALERMO – La Fondazione Orestiadi chiude. È questa la drammatica conseguenza che si verificherebbe se fossero confermate le notizie di stampa, secondo cui dalla finanziaria regionale la Fondazione subirebbe un taglio ai finanziamenti del 54% passando da 434 mila euro del 2013 a 200 mila del 2014. Per scongiurare questa ipotesi, il presidente della Fondazione Orestiadi architetto Rosario Fontana, e la professoressa Francesca Corrao, presidente del comitato scientifico, hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Rosario Crocetta.
La decurtazione dei contributi sarebbe, infatti, una scure che si abbatterebbe su tutte le attività e comporterebbe l’annullamento del programma estivo del Festival delle Orestiadi diretto da Claudio Collovà, giunto alla XXXIII edizione, rassegna teatrale internazionale tra le più longeve in Italia, premiata nel 2012 dal Premio nazionale della critica teatrale, e la revoca degli impegni già presi con compagnie nazionali ed internazionali, con grave danno per l’immagine della Sicilia.
Una simile eventualità determinerebbe, inoltre, la chiusura del Museo delle Trame Mediterranee, riconosciuto nel 2011 tra le eccellenze in Europa e premiato dall’ICOM (International Council of Museum) per il miglior progetto di mediazione culturale in Italia.
E ancora, comporterebbe anche l’impossibilità di portare a compimento il primo festival di teatro, circo contemporaneo, musica e danza intitolato “Orestiadi nel Segno del contemporaneo”, che prevede più di 25 gruppi provenienti dall’Italia e dall’Europa.
Sarebbero, poi, inevitabili la chiusura della sede della Fondazione Orestiadi a Tunisi e l’annullamento dei progetti in cantiere con la Fondazione Burri per le celebrazioni del Centenario della nascita del grande maestro, con iniziative già in atto in America (Guggenheim) Milano (Expo) Città di Castello e Gibellina.
“Tutto ciò comporterebbe la perdita di otto posti di lavoro – sottolineano da Gibellina – e delle collaborazioni esterne di cui si avvale la Fondazione, dell’indotto che ricade sulle aziende e sulle strutture ricettive del Belice, la perdita di sponsor, ma soprattutto la cancellazione di 50 anni di storia di rinascita del Belice nel progetto di ricostruzione della città di Gibellina, a cui hanno contribuito, tanti artisti da tutto il mondo, del quale oggi è ancora possibile ammirarne le opere nel museo della
Fondazione e la fine del progetto di Ludovico Corrao, che con il suo acume culturale e lungimiranza politica aveva dato speranza alle nostre popolazioni”.
“Nella storia – Francesca Corrao rivolgendosi al Presidente – non si è mai verificato che ad una crisi sia subentrata una rinascita senza ripartire dalla cultura; la dignità dell’essere umano va posta al centro delle nostre priorità come lo è stato nella cultura dell’umanesimo da cui è fiorito il rinascimento. La cultura della Sicilia è fonte di guadagno per l’indotto del turismo che ha potenzialità non sviluppate. Chiudere la Fondazione Orestiadi e la sede tunisina di Dar Bach Hamba corrisponde a fare vincere i signori della guerra che considerano la nostra isola come centro smistamento di immigrati. Rinunciando alla cultura rinunciamo a noi stessi e ci rassegniamo a fare da ponte aereo per le guerre presenti e future del Mediterraneo. Tagliate pure i fondi alla Fondazione e siate responsabili della vostra scelta di non volere dare un futuro alla Sicilia e a un Mediterraneo di pace”.
“Gibellina e la Fondazione Orestiadi – conclude la nota – costituiscono un presidio di primissimo piano in Sicilia per l’arte contemporanea e sono un luogo privilegiato nella sperimentazione dei nuovi linguaggi. Farli morire sarebbe un delitto”.