CATANIA – “Il rapporto tra l’Acoset, società che gestisce il servizio idrico pubblico in provincia di Catania, e gli acquedotti privati che la forniscono ad integrazione del suo fabbisogno idropotabile è disciplinato da regolari convenzioni che per quel che riguarda l’Acoset vengono stipulate o rinnovate tenendo sempre presente l’interesse pubblico, mentre gli acquedotti privati tendono, comprensibilmente, a tutelare il loro interesse privato”. Lo fa sapere il presidente Acoset Giuseppe Rizzo in una nota.
“Premesso questo, si evidenzia che l’Acoset sta risanando la posizione debitoria nei confronti di tutti i creditori e, quindi, anche degli acquedotti privati. Relativamente a quest’ultimi, a luglio 2012 il debito ammontava a 2.953.000 euro ed oggi si è ridotto a circa 1.500.000 euro, in forza di un piano di rientro siglato in prefettura il 13 luglio 2012 e che l’Acoset sta rispettando (un’ennesima rata è stata puntualmente pagata il 30 gennaio u.s.).
L’Acoset ha ritardato solo nel pagamento previsto per il mese di agosto scorso, per difficoltà legate al periodo feriale. Per tutta risposta tre acquedotti privati hanno interrotto la fornitura di acqua (bene pubblico) all’Acoset nel tentativo di mettere in difficoltà l’Azienda, e quindi, gli utenti, disattendendo anche un invito a soprassedere rivolto loro dalla Prefettura di Catania.
Nonostante tale interruzione, grazie ad una gestione oculata delle proprie risorse idriche e alla disponibilità di tutti gli altri fornitori privati, la scelta assunta dai tre acquedotti di cui sopra, non ha causato disagi agli utenti. Si precisa, inoltre, che gli interventi con le autobotti sono stati, e sono sempre, totalmente gratuiti per l’utenza e sono necessari solo nelle zone più alte dei comuni serviti dall’Acoset e cioè dove la distribuzione presenta ancora delle criticità indipendentemente dall’acqua immessa in rete. Attualmente l’Acoset sta impegnando le proprie risorse tecniche per risolvere con soluzioni definitive questo problema.
Circa i costi di emungimento si chiarisce che i costi che l’Acoset deve affrontare per l’attingimento dalle sorgenti e per l’emungimento dai pozzi di proprietà sono notevolmente più bassi dei prezzi praticati dai privati (per quel che riguarda le sorgenti sono quasi irrisori). Ma ciò è ovvio perché il prezzo praticato dai privati risente anche dell’utile perseguito dall’impresa privata.
Occorre sottolineare, inoltre, che i prezzi proposti dai singoli acquedotti privati sono notevolmente differenti tra di loro. In un caso addirittura il prezzo richiesto è triplo rispetto agli altri: sarebbe ben strano che l’Acoset acquistasse a questo caro prezzo per poi ricadere nelle passate difficoltà economiche e quindi riprendere un percorso di debiti e di ritardi nei pagamenti, da cui l’Azienda sta cercando diligentemente di tirarsi fuori. Ad ulteriore chiarimento di queste stranezze si aggiunge che allo stato non esiste alcuna normativa che consenta un’autonoma determinazione dei prezzi da parte dei singoli fornitori: infatti, le recenti normative 2012 hanno trasferito la competenza in materia all’ “Autorità per l’energia e il gas”, la quale non ha ancora provveduto, essendo in fase di verifica dei costi iniziali e reali di produzione dei singoli acquedotti pubblici e privati.
Per quel che riguarda i bilanci Acoset, si precisa che essi sono stati tutti depositati nei tempi di legge presso il registro delle imprese della locale Camera di Commercio e le relative ricevute di deposito sono a disposizione di chiunque. Vero è che il bilancio 2011 presentava una perdita di esercizio di meno di 1.500.000 di euro (inferiore alla perdita registrata nell’esercizio 2010). Ma proprio grazie all’oculata gestione dell’Azienda (efficientamento delle reti e riduzione dei costi di gestione) l’anno 2012 registrerà finalmente un utile di esercizio.
Mi auguro, infine, – conclude Rizzo -, che il rapporto tra l’Acoset e gli acquedotti privati possa essere realmente “sinergico e di collaborazione” con tutti, come lo è con la quasi totalità di essi, nell’interesse dei cittadini e per tutelare la risorsa idrica, ormai dichiarata a tutti gli effetti pubblica e bene comune”.