PALERMO – La quota della tranquillità è fissata a centomila voti. Ma con un’affluenza più bassa potrebbero bastarne novantamila o forse qualcuno di meno. Tanti ce ne vogliono per raggiungere il fatidico cinque per cento su base regionale che garantisce l’accesso all’Assemblea regionale. Al di sotto, pianto e stridore di denti. E al di là di poche eccezioni, la quasi totalità delle liste che si presentano al voto del 5 novembre non si può dire certa in partenza di superare la fatidica quota. Ci sarà da sgomitare e al momento il massimo sforzo dei partiti sta proprio nell’attrezzare liste competitive che possano permettere di superare la fatidica soglia.
I più tranquilli
Non ci sono ancora sondaggi attendibili sulle liste, ma almeno tre partiti dovrebbero superare agevolmente la soglia. Il primo partito sarà quasi certamente il Movimento 5 Stelle, che corre da solo a sostegno di Giancarlo Cancelleri. Poi ci sono Forza Italia e Partito democratico che si aspettano entrambi un risultato a doppia cifra e che stanno attrezzando liste robuste in tutte le province.
Il centrodestra
Al di là dei tre partiti citati sopra, per tutte le altre liste questa sarà la prima volta alle Regionali, almeno nell’attuale conformazione. E quindi l’alea dell’incertezza vale per tutte. Nel centrodestra i rumours prevedono un risultato significativo per la lista di #DiventeràBellissima, il movimento che sarà trainato dalla leadership di Nello Musumeci. Il cui nome però campeggerà in tytti i simboli del centrodestra, controindicazione che impone quindi una certa prudenza. Tutte le liste della coalizione si prefiggono di superare lo sbarramento. Gli ex cuffariani di Cantiere popolare, gli autonomisti di Raffaele Lombardo e la neonata “Idea Sicilia” di Roberto Lagalla si sono coalizzati in un’unica lista con un simbolo a mosaico che raccoglie tutti e tre i movimenti. Di certo ci saranno in lista lo stesso Lagalla e gli uscenti Cordaro, Clemente e Di Mauro. E raccontano di un Raffaele Lombardo tornato molto attivo e collaborativo con gli ex nemici giurati del gruppo di Saverio Romano. Uniscono le forze anche Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, in una lista del presidente di stampo “sovranista”. Molto attiva l’Udc di Lorenzo Cesa, risuscitata dopo il sostanziale svuotamento nei mesi scorsi. Vi sono approdati una serie di uscenti tornati al centrodestra in zona Cesarini, come Piero Alongi, Margherita La Rocca Ruvolo e Gateano Cani, ma anche altri deputati in cerca di riconferma come l’ex forzista Vincenzo Figuccia e Mimmo Turano. Nel Messinese lo scudo crociato di Cesa conta anche sull’apporto di Sicilia Vera di Cateno De Luca.
Il centrosinistra
Anche agli alleati del Pd toccherà impegnarsi per superare la fatidica quota del cinque per cento. Sicilia Futura di Totò Cardinale per la verità dice di puntare addirittura alla doppia cifra. Il movimento che da anni è strutturato all’Ars e si è già pesato in elezioni locali conta su un robusti drappello di uscenti a cui si aggiungono anche i socialisti del Psi. Chi già c’era alle scorse Regionali è il Megafono di Rosario Crocetta. Da allora però molto è cambiato e le facce sono cambiate. In lista, oltre al governatore, ci sarà l’assessore Mariella Lo Bello. E potrebbero arrivare dei “prestiti” dal Pd. Così come accadrà alla lista dei Territori-Arcipelago Sicilia di Leoluca Orlando, dove correrà ad esempio il dem Tonino Russo. La lista orlandiana si presenta molto forte a Palermo. Qui, oltre ai nomi già circolati, dovrebbe essere in campo l’ex sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, accreditato di un buon seguito nel comprensorio madonita. Ed è a Palermo che Orlando e i suoi dovranno costruire il grosso di quel cinque per cento che può schiudere le porte di Sala d’Ercole. Deve vedersela col brivido dello sbarramento anche la lista dei centristi di Alfano e D’Alia, che si presenta robusta a Catania (con l’uscente Forzese e le aspiranti new entry La Magna e Condorelli), Messina (con il presidente dell’Ars Ardizzone), Siracusa (con Vinciullo e forse Sorbello) e Agrigento (con Alfasno i mpegnato in prima persona sulle liste, dove potrebbero esserci i parlamentari Fontana e Marinello), ma la cui performance altrove è tutta da valutare. A partire da Palermo, dove l’ultima novità è la candidatura dell’assessore regionale Carmencita Mangano.
Gli altri
C’è poi l’incognita Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte lavora ancora sulla sua lista Rinascimento. Ma non è detto che alla fine corra da solo per presidente della Regione. Si tratta per un accordo con il centrodestra che potrebbe portare anche la sua lista in dote a Nello Musumeci. E poi ci sono le liste degli altri candidati. Lucia Pinsone e Franco Busalacchi hanno unito le forze, con la prima che sosterrà il secondo. Mentre proseguono nella corsa solitaria i Siciliani liberi con Roberto La Rosa. In lista a Palermo ci sarà anche il già candidato sindaco Ciro Lomonte.