“A chi intende far passare l’idea che ieri l’Aula si sia fermata a causa dell’articolo sui patrocini della Regione, lancio una proposta: eliminiamo quell’articolo e rivediamoci all’Ars già domani, per approvare le norme che salvano i teatri siciliani”. Così l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina risponde alle critiche giunte dalle opposizione, anche in queste ore con l’attacco del Movimento cinque stelle: “Dal neoassessore, colpi di teatro”.
“Siamo dispiaciuti – spiega oggi Messina a LiveSicilia – per la mancata approvazione dei tanti emendamenti che avrebbero dato risposte a un intero settore. Ma quello che mi di dispiace di più – aggiunge – è che qualcuno abbia fatto passare l’idea che ieri il collegato sui Beni culturali non sia stato approvato per la scelta del governo di utilizzare per i patrocini a diversi eventi in Sicilia, somme che erano destinate alla destagionalizzazione”. Non sarebbe quello, insomma, il motivo dello stop all’esame della legge. “Assolutamente no. La verità – aggiunge l’assessore – è un’altra: c’era un po’ di gente dispiaciuta per non avere visto nel ddl finanziamenti che aveva proposto. E si preparava quindi a votare contro”. E così, la vicenda dei patrocini sarebbe stata poco più che una ‘scusa’: “Paradossalmente – spiega Messina – su quella erano tutti d’accordo. I problemi erano altrove. Ma così facendo, è stato travolto un intero settore, con danni enormi nei confronti ad esempio dei Teatri siciliani per i quali avevano proposto nuovi fondi e il ripristino di quelli previsti dal Fondo unico regionale per lo spettacolo”. Da lì, la proposta che suona un po’ come sfida, visto che ieri la Conferenza dei capigruppo ha deciso di ‘chiudere’ il Parlamento fino a settembre: “Io credo che la norma sui patrocini – dice Messina – sia una norma di buon senso. Se poi in passato altri hanno usato male questo strumento, la colpa non può certo essere mia, che sono arrivato da poco. Nonostante ciò – aggiunge l’assessore – io sono pronto a metterla da parte: togliamola dal collegato. E approviamo le altre norme importanti. Se il problema erano i patrocini, togliamo il problema e rivediamoci in Aula già domani. Non discutere un ddl che avrebbe dato ossigeno a tante realtà, è un atto di irresponsabilità”.
Ma come detto, anche oggi sull’assessore sono arrivate le critiche dell’opposizione: “L’assessore allo Spettacolo – dichiarano i deputati del Movimento cinque stelle – non poteva che inventarsi un colpo di teatro, tra l’altro pessimo, per irrompere maldestramente nella scena politica siciliana. E lo fa con quello che è ormai un classico di questo esecutivo del nulla: scaricare sugli altri le incapacità e l’improduttività della premiata ditta Musumeci, nella speranza, vana, di salvare la faccia con i siciliani”. Secondo i grillini all’Ars, insomma, la colpa della mancata approvazione del ddl va cercato altrove: “E’ stato Miccichè – proseguono – a dichiarare di non voler discutere il collegato della V commissione, cosa desumibile chiaramente dai resoconti d’Aula. Il presidente dell’Ars era conscio delle enormi spaccature della maggioranza, che avrebbero fatto sicuramente naufragare gran parte della montagna di marchette contenute nel collegato e ha preferito rifugiarsi sotto l’ombrellone, in attesa di tempi migliori. Noi ci siamo opposti solo alla follia di un ennesimo collegato che raccogliesse le vari bandierine dei deputati, assieme a qualche buona norma per giustificare l’operazione”.
“Solo un governo approssimativo ed inconcludente – l’affondo del deputato Dem Anthony Barbagallo – poteva avere la faccia tosta di riversare sull’opposizione la colpa del rinvio dell’approvazione del ddl collegato che mette a rischio i bilanci dei Teatro Bellini e Vittorio Emanuele dimenticando di essere l’unico responsabile del taglio. Non solo la maggioranza di governo si è intestardita ad approvare la manovra economica prima dell’accordo con il governo nazionale determinando il taglio ai capitoli di spesa sui teatri regionali – spiega Barbagallo – ma ha omesso , poi, di inserire un emendamento di riequilibrio nelle successive puntate della schizofrenica ‘saga’ sulla finanziaria regionale. Anche nell’ultimo ‘ddl collegato’ approvato dalla quinta commissione l’unico emendamento che ripristinava l’accantonamento di spesa e garantiva la triennalità al Bellini e ad altri tetri pubblici era a firma dei deputati di opposizione. Piuttosto che lanciare strali immotivati l’assessore ai beni culturali pensi a rimboccarsi le maniche a cominciare dalla nomina di un sovrintendente per il Teatro Bellini che piuttosto che rispondere a logiche di spartizione di poltrona sia il frutto di un’oculata scelta meritoria”.