“Non c’é un rischio default per la Sicilia. Tuttavia c’é una situazione economica grave nell’Isola come anche in altre regioni italiane”. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, smorza i toni con cui il premier Mario Monti aveva annunciato un possibile rischio fallimento per l’Isola. “Non credo – ha aggiunto – che la Sicilia rischi il commissariamento, l’importante è fare i bilanci più corretti possibile e lavorare per risanare le situazioni difficili”. E sulle dimissioni anticipate di Raffaele Lombardo, non si sbilancia: “Sono valutazioni politiche sulle quali io non entro, sono scelte del governatore”.
E nelle mani degli organi politici siciliani la Cancellieri rimanda anche la “razionalizzazione” delle province. “Nel decreto sui tagli delle province il governo ha fissato dei paletti – ha spiegato il ministro dell’Interno – ma in Sicilia sarà l’Assemblea regionale che dovrà decidere e, comunque, nel decreto ci sono delle linee guida; quindi esistono dei margini di approssimazione e credo che voi abbiate le credenziali per far valere le vostre ragioni davanti al Parlamento siciliano”.
La provincia di Trapani, cui ha fatto visita la Cancellieri, infatti, si trova al centro di una vicenda che il presidente della provincia Girolamo Turano ha definito “paradossale”: “La provincia di Trapani – ha detto presidente – rischia di ‘chiudere’ perché la sua estensione territoriale è inferiore di 40 kmq rispetto ai parametri stabiliti dal decreto Monti”. “Un accorpamento di Trapani alle province di Palermo o Agrigento -ha aggiunto Girolamo – rischierebbe di fare tracollare un’economia sana che si basa essenzialmente su alcune peculiarità proprie come l’agricoltura, la pesca, la piccola impresa e il turismo”. La Cancellieri ha comunque assicurato che porrà all’attenzione del Governo Nazionale la questione di Trapani, una provincia, che, ha spiegato Turano “non ha un euro di debito, ha un bilancio sano, una struttura tecnica e burocratica che funziona a meraviglia pur tra le mille difficoltà imposte da decreti e balzelli e questo deve avere pure un valore”.
Ma la Cancellieri non ha parlato solo della situazione economica della Sicilia. A margine della sua visita a Trapani per la sigla di un protocollo di legalità in Prefettura, ha voluto esortare le forze dell’ordine nella ricerca del ricercato numero uno in Sicilia, nato proprio nel trapanese: “Mi auguro, con tutto il cuore, che catturino Matteo Messina Denaro il più presto possibile. Questa è una provincia complessa – ha aggiunto – e non bisogna arrendersi mai. Gli uomini di buona volontà devono alzare la testa e reagire”.
Sulla questione nata dalle indagini sulla trattativa, invece, per il ministro “non ci sono stati scontri istituzionali” tra il Colle e la procura di Palermo. Per la Cancellieri il conflitto di attribuzione sollevato dal capo dello Stato è “una puntualizzazione equilibrata e necessaria”. Secondo il ministro, la decisione del procuratore aggiunto, Antonio Ingroia, di accettare l’incarico dell’Onu in Guatemala, non è legato alle polemiche di questi giorni: “Non c’è nessuna relazione, il pm aveva chiesto lui stesso, un mese fa, di ricoprire l’incarico, come ha esplicitamente confermato il ministro Guardasigilli”.