La stanza degli sguardi per ritrovarsi dopo la paura

La stanza degli sguardi per ritrovarsi dopo la paura

La stanza degli sguardi al 'Maria Eleonora Hospital'.

PALERMO- “C’è una strada che va dagli occhi al cuore senza passare per l’intelletto”, così scriveva G.K. Chesterton, sì,. quello di ‘Padre Brown’, ma anche di molto altro. Quando questa orrenda pandemia sarà, finalmente, trascorsa, la disciplina degli sguardi resterà con noi. Abbiamo dovuto imparare a memoria una nuova tabellina oculare, coperti come siamo dalla mascherina. Una specie di sineddoche espressiva che ha dato a una parte il senso del tutto. Ecco perché i nostri sguardi di oggi non somigliano ai nostri sguardi di ieri.

Apprendiamo da una puntuale nota che ‘è stato inaugurato al Maria Eleonora Hospital Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale che fa parte di GVM Care & Research, lo “Spazio degli Sguardi”, un’area appositamente realizzata per consentire le visite dei familiari ai pazienti della riabilitazione cardiologica in assoluta sicurezza, grazie ad un atrio collegato tramite un vetro al corridoio esterno. Nei giorni dedicati alle visite (due a settimana, il martedì e il giovedì, dalle 15 alle 17) – si specifica – i pazienti ricoverati presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Cardiologica potranno vedere i propri familiari e comunicare con loro attraverso un sistema vivavoce, in piena sicurezza. L’area sarà decorata con disegni realizzati dagli stessi pazienti ricoverati durante le attività di supporto psicologico; il disegno rappresenta infatti uno degli strumenti terapeutici del percorso riabilitativo’.

“A differenza di altri spazi – raccontano la dottoressa Fabrizia Rubino e la dottoressa Vitalba Lamia, le psicologhe che hanno curato il progetto – qui c’è una possibilità di ‘contatto’ più autentico anche se attraverso un vetro. L’incontro è svincolato da particolari armature, dispositivi di protezione individuale come tute o guanti, le persone indossano solo la mascherina. I pazienti in riabilitazione, che sono alla seconda settimana di degenza cardiologica, hanno così la possibilità di alleviare la sofferenza causata dalla distanza e dalla lungodegenza. Questo consente di migliorare gli aspetti motivazionali del percorso riabilitativo, abbattendo la percezione dell’isolamento”.

“Non è immaginabile un percorso riabilitativo in cui il familiare non sia presente e parte attiva – dice il dottor Vincenzo Sutera, direttore sanitario di Maria Eleonora Hospital –. Per il benessere dei pazienti e l’efficacia del piano di cure è fondamentale mettere in contatto le due dimensioni, sanitaria e relazionale, in un percorso di continuità. Lo Spazio degli Sguardi è stato reso possibile grazie al lavoro integrato di un’équipe multidisciplinare, composta da medici, infermieri, fisioterapisti, operatori sanitari, psicologici e caregiver, che consente la presa in carico di tutti i riferimenti della persona, lavorando su un sostegno che non è più soltanto emotivo e crea un ponte tra ospedale e territorio”.  

Ed è naturale che chi cura abbia soprattutto in mente le esigenze proprie della cura, tra i progressi fisici e le motivazioni che servono per risalire dalla voragine di qualunque sofferenza. Ma la disciplina degli sguardi va perfino oltre le importantissime esigenze terapeutiche. Come si vede in questa foto, nella controluce di un sentimento fortissimo, che arriva dall’ospedale e raffigura l’incontro tra una nonna e una nipote bambina. Sembra il lieto fine di Cappuccetto Rosso, un ritrovarsi dopo la paura. E il lupo è ormai lontano.

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