La tentazione di Fini: votare ad aprile|Ma serve una corsa contro il tempo - Live Sicilia

La tentazione di Fini: votare ad aprile|Ma serve una corsa contro il tempo

Palermo 2012
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Il decreto è già pronto. Manca una bazzecola: la data. Ed è su questo fronte che si anima il dibattito. Sul giorno in cui tenere le Amministrative è in corso una partita a scacchi che fa della componente psicologica il piatto forte: votare il 6 e il 7 maggio, in contemporanea con le elezioni nel resto del Paese, o rinviare tutto al 13 e al 14 maggio o forse anche dopo, per fare scendere dal nord il vento dei risultati di Genova, Parma e Verona? O ancora anticipare di una settimana l’apertura delle urne, cercando così di spingere con il risultato siciliano l’esito del voto oltre lo Stretto? Quest’ultima opzione, che piace al Terzo Polo, si scontra però con i tempi: per votare il 29 aprile, infatti, è necessario che la giunta si riunisca entro lunedì, per arrivare alla convocazione delle elezioni due giorni dopo.

La trafila, infatti, è abbastanza complessa. La legge prevede che si possa votare dal 15 aprile al 30 giugno, con piena autonomia di scelta rispetto al resto d’Italia. “Per fissare la data – spiega Giovanni Corso, numero 1 dell’ufficio elettorale della Regione – è necessaria una decisione della giunta. Poi la palla passa all’assessore alle Autonomie locali, che deve emanare un decreto almeno 60 giorni prima del voto”. C’è un’eccezione, ma non fa testo: “La legge – prosegue Corso – prevede che ‘in casi eccezionali’ il decreto possa arrivare anche solo 55 giorni prima del voto. Ma i ‘casi eccezionali’ riguardano solo i Comuni sciolti all’improvviso, non l’ordinaria amministrazione”.

Il resto non è legato alle regole, ma alla prassi. “In genere – dice Corso – dal momento in cui la giunta fissa la data passano 48 ore. Io ho già il decreto pronto: mancano solo la data e gli estremi della decisione della giunta”. Il totale, dunque, è di 62 giorni: per votare il 29 aprile, quindi, è necessario che la giunta si riunisca entro lunedì, mentre per andare alle urne contemporaneamente al resto del Paese è necessaria una decisione del governo entro il 5 marzo e per votare il 13 maggio bisognerebbe effettuare la scelta entro il 12 marzo.

La valutazione, ovviamente, è politica. A taccuini aperti, dai palazzi della politica non trapela alcunché, ma se provi a fare la stessa domanda ai big dei partiti garantendo l’anonimato il quadro è più chiaro: votare a fine aprile piacerebbe molto agli uomini del presidente della Camera Gianfranco Fini, che è convinto che il risultato siciliano possa premiare il Terzo Polo e vedere sconfitto il Pdl, mentre non è certo dello stesso esito altrove. I lombardiani, invece, sono orientati per tenere le elezioni il 6 e il 7 maggio, principalmente perché la partita autonomista si gioca molto più in Sicilia che altrove. La terza opzione, quella che invece vuole il voto il 13 o, più probabilmente, il 20 maggio, piace invece all’entourage del segretario Pd Giuseppe Lupo e alla sinistra, che sono pronti a scommettere su un risultato favorevole in una piazza tradizionalmente orientata a sinistra come Genova. Ma tanto il decreto è già pronto. Manca solo quell’ultima bazzecola.


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