"La Torre Leone non ritorni il Palazzo di Cemento" - Live Sicilia

“La Torre Leone non ritorni il Palazzo di Cemento”

La situazione degli alloggi a due mesi dalla consegna.

CATANIA – La paura che l’attuale Torre Leone, a Librino in viale Moncada, possa ritornare il Palazzo di Cemento diventa concreta a meno di due mesi dalla consegna degli alloggi popolari.

Il punto sulle assegnazioni

Dito puntato sulle assegnazioni, sui servizi indispensabili, sul controllo del territorio verso l’amministrazione etnea da parte del Sunia (Sindacato Nazionale Inquilini Assegnatari) e dall’associazione Piattaforma per Librino. “Ancora gli assegnatari non sono nelle condizioni di fare il contratto del gas, esempio, perché manca una certificazione – dice Giusi Milazzo segretario del Sunia etneo – manca, in poche parole, la certificazione che l’impianto sia a norma e ancora, oggi, siamo in un limbo e non si è deciso nulla”.

Gli alloggi popolari agli assegnatari sono stati consegnati lo scorso 11 gennaio.

Parla Giusi Milazzo

“Gli assegnatari iniziano ad esserci, all’interno della Torre Leone ed ex Palazzo di Cemento, quasi tutti, ma ci sono dei nodi che non abbiamo chiari – ribadisce Giusi Milazzo –  abbiamo già denunciato sia alla Questura e sia alla Prefettura alcune occupazioni abusive che abbiamo scoperto in un secondo momento.

Non abbiamo contezza precisa del numero, ma sappiamo che tutti gli appartamenti sono stati occupati dagli assegnatari e non solo”.

In questi giorni sono stati rilevati allacciamenti abusivi alla rete elettrica all’interno dell’ex Palazzo di Cemento. “Viene fuori un grosso problema ed è quello che l’amministrazione comunale non ha un sistema per l’amministrazione dei palazzi e degli appartamenti popolari – continua Milazzo –  un palazzo, popolare, non amministrato è come se fosse abbandonato a se stesso”.

La paura che la Torre Leone possa ritornare il Palazzo di Cemento diventa concreta nelle parole di Salvatrice Buzzo assegnataria di un appartamenti lo scorso 11 gennaio.

Le voci degli assegnatari

“Io, noi, abitiamo in un monovano e siamo in quattro con un minore disabile che ha la 104 comma 3 – dichiara Salvatrice – ho difficoltà, abbiamo difficoltà, a muoverci all’interno della “nostra casa” e abbiamo fatto richiesta per un cambio d’appartamento, ma la burocrazia ha tempi lunghi.

In poche parole dovremmo aspettare che buttino fuori gli abusivi per avere un alloggio adeguato?”.

Nella Torre Leone, è stato accertato, ci sono già delle occupazioni abusive con allacci alla fornitura elettrica e idrica.

In oltre gli spazi al piano terra che, secondo le indicazioni comunali, dovrebbero diventare uffici amministrativi hanno le saracinesche aperte con, evidenti, perdite di acqua al loro interno.

“Non mi spaventa, non ci spaventa stare e abitare qui – continua Salvatrice – ma la mancanza di un amministratore incomincia a farsi sentire”.

“Qui viviamo un disagio”

Sara Fagone è il portavoce dell’associazione Piattaforma per Librino. “Qui si sta vivendo un disagio. Non si possono assegnare gli appartamenti popolari e abbandonare tutto subito dopo – dichiara Fagone – lasciando perdere i lavori, prima della consegna, fatti male.

Ma gli assegnatari non si possono abbandonare così sbattendo, a ogni loro richiesta, contro un muro di gomma. Questo palazzo deve essere simbolo di riscatto e non può ritornare come prima”.

Alessandro Leotta è un altro assegnatario. “Noi vogliamo che ci sia un amministratore pubblico del palazzo che si occupi della pulizia, dell’asfalto dove manca e dei servizi – ribadisce Alessandro – non deve ritornare il Palazzo di Cemento”. Questa è la Torre leone!”.

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