CATANIA -L’effetto trascinamento non c’è stato. Nello Musumeci tiene nella sua roccaforte catanese, ma i risultati delle urne etnee non gli bastano per spiccare il volo verso Palazzo d’Orleans.Sarà Crocetta, quando lo scrutinio ha già tagliato lo striscione di metà gara, a raccogliere l’eredità di Raffaele Lombardo. L’ex sindaco di Gela difficilmente però raggiungerà la maggioranza dei deputati a Sala d’Ercole: le ultime proiezioni gli danno un “esercito” di onorevoli che dovrebbe fermarsi a quota 42, compresi gli 8 del listino che saranno automaticamente catapultati a Palazzo dei Normanni. Non basteranno per governare. Ed ecco allora che torna alla ribalta il cosidetto “patto delle crocchè”, un possibile accordo che farebbe rientrare dalla finestra l’ex governatore uscito dal portone principale della Presidenza.
Non a caso nelle ultime settimane molti “rumors” davano per scontato un certo travaso di voti che Lombardo avrebbe garantito all’ “avversario” Crocetta: una mossa per depotenziare da un lato Musumeci nella sua Catania e dall’altro per ridimensionare le stesse ambizioni di Miccichè. Il Mpa dovrebbe guadagnare a livello regionale una decina di deputati. Saranno loro a fare la differenza. Saranno loro a ridisegnare equilibri che oggi appaiono sempre più gattopardeschi. L’asse Crocetta-Lumia-Cracolici in auge, Raffaele Lombardo col figlio Toti e company, novello figliol prodigo ad abbracciare nuovamente i vecchi amici. E’ cambiato tutto. O forse niente.