PALERMO – Aldo è tornato nel luogo in cui ha perso la vita. Il suo feretro, dopo la cerimonia all’ex chiesa dei Crociferi, è stato trasferito, per alcuni minuti, sotto i portici di piazzale Ungheria. Centinaia i palermitani che hanno pregato per lui.
Fiori, candele, poesie e musica per il clochard ucciso per 25 euro: il suo nome è adesso su un lenzuolo nero appeso sulla saracinesca del locale chiuso da tempo e sui fogli appesi sui muri: “Porticao Aid Abdellah, martire per l’Amore e la Libertà”, si leggere. Il feretro, portato a spalla, ha poi percorso il perimetro del piazzale in cui Aid Abdellah trascorreva le sue giornate, insieme all’inseparabile gatto Helios.
Era il clochard amato da tutti: residenti e commercianti, in questi giorni, hanno anche raccolto dei soldi per partecipare economicamente al funerale. Sotto i portici anche decine di palloncini bianchi con il nome di Aldo. “Non riusciamo a credere a ciò che è accaduto – dice una donna – un atto di violenza incomprensibile, che ci deve far riflettere sul contesto in cui vivono alcuni giovani”.