CATANIA. “Registriamo, in queste ore, il grido di allarme lanciato dai medici del Presidio ospedaliero di Caltagirone, in merito alla gravissima carenza di personale medico impegnato in area Pronto soccorso e UTIC”. Lo dichiara il deputato regionale Giuseppe Lombardo che, in veste di componente della Commissione Salute all’ARS, ha richiesto all’Assessore per la Salute, Giovanna Volo, che ha prontamente accolto l’iniziativa, un incontro nella sede dell’Assessorato, unitamente ad una rappresentanza dei medici, impegnati nell’arduo tentativo di garantire i servizi minimi di assistenza all’utenza.
“Apprendo – continua Lombardo – in queste ore che il reparto di Cardiologia e la rete infarto, preposta ad assicurare interventi appropriati per ridurre la mortalità dei pazienti, hanno rischiato la temporanea e cautelativa chiusura per carenza di personale medico e come tale eventualità sia stata scongiurata attraverso il tempestivo intervento dell’Assessore alla Salute disponendo il distacco di un’unità di personale medico dal Policlinico di Catania”. La notizia si aggiunge a quella, altrettanto grave, che riguarda il PS della struttura, la cui operatività è garantita dalla presenza di pochi medici, alcuni dei quali distolti dai loro reparti di competenza, costretti a turni di lavoro anche di 54 ore, diurne e notturne, con grave pregiudizio dei propri diritti e di quelli dell’utenza.
“Occorrono interventi urgenti – continua l’on. Lombardo – che scongiurino il collasso definitivo della struttura, attraverso il coinvolgimento del personale medico dell’intera ASP, a cui per altro afferisce il nosocomio calatino, per colmare, almeno temporaneamente, gli attuali vuoti di organico ed impedire la chiusura del Presidio e con esso l’interruzione del servizio pubblico essenziale. Occorre agire in fretta in quanto la UOC di Cardiologia del nosocomio di Caltagirone è un presidio fondamentale; costituisce, infatti, un nodo della rete IMA per la gestione dell’emergenza Infarto Miocardico Acuto, della macro area che copre le tre province di Catania, Siracusa e Ragusa. Il Presidio ospedaliero, inoltre, è inserito, quale Struttura DEA, all’interno della Rete Ospedaliera regionale e serve un’utenza complessiva di oltre 150.000 abitanti. In mancanza di personale sufficiente, assegnato dal Policlinico di Catania, non può essere garantita la necessaria tempestiva assistenza non soltanto all’utenza del calatino ma anche a quella delle tre summenzionate province”.
Tra le soluzioni ipotizzate che in queste ore circolano tra i pochi medici rimasti a presidio della struttura, si farebbe strada la chiusura di interi reparti ed il loro accorpamento in due macro aree, una chirurgica ed una medica, disimpegnando medici che andrebbero a coprire le carenze del PS.
“La situazione emergenziale – conclude l’on. Lombardo – richiede interventi immediati ma che non possono prescindere da un’attenta ponderazione degli effetti che ogni scelta possa determinare. Pensare di accorpare reparti tra loro tanto eterogenei non sembra una soluzione percorribile, soprattutto alla luce della configurazione dell’Ospedale “Gravina” di Caltagirone come Struttura DEA inserita nella rete del Servizio Sanitario Regionale. Il buon senso conduce verso la necessità di reperire nuove risorse umane, in ciascuna area medica oggi carente, in modo da offrire gli essenziali livelli di assistenza e competenza che dovrebbero connotare ciascuna struttura ospedaliera. Ognuno, ad ogni livello istituzionale, è chiamato ad impegnarsi per superare indenni questa crisi emergenziale in atto e garantire il concreto rilancio di una struttura che reputo strategica per il sistema sanitario regionale”.