PALERMO – Al largo delle coste siciliane si estende un mare di plastica. Un articolo di “Nature/Scientific report”, firmato da scienziati dell’Ismar/Cnr (Istituto di Scienze Marine) e delle università di Ancona e del Salento, ha stimato per la prima volta la quantità di microplastica dispersa nel Mediterraneo: si tratta di particelle non più grandi di due millimetri e non visibili a occhio nudo, ma distribuite in tutto il Mediterraneo, con maggiore concentrazione nel bacino occidentale.
Secondo le analisi del Cnr due delle zone più inquinate da plastica, con due chili per ogni metro quadrato di mare, si trovano in acque siciliane, lungo la costa sud e al largo delle isole Egadi. La maggiore concentrazione di tutto il bacino è stata misurata nel tratto tra Toscana e Corsica, con dieci chili per chilometro quadrato. Ciò indica una concentrazione di inquinanti tra le più alte al mondo, dovuta soprattutto alla presenza di centri abitati lungo la costa, allo sversamento dei fiumi e alle correnti interne del Mediterraneo.
Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di plastica, e si stima che circa 12 milioni finiscano in mare. “Per la prima volta sono stati individuati i polimeri che costituiscono la microplastica galleggiante in mare e la loro distribuzione.”, afferma Stefano Aliani dell’Ismar-Cnr, uno degli autori della ricerca. “Queste informazioni sono importanti per avere una stima precisa della dimensione del problema generato dai rifiuti di microplastica in mare e per attivare opportuni programmi di riduzione della presenza di questi inquinanti”.
