Sono complessivamente 434 i migranti sbarcati stamani a Lampedusa al termine di un’operazione di soccorso che ha coinvolto unità ed elicotteri della Marina militare, della Guardia costiera e della Guardia di Finanza. I fatti, come ricostruiscono allo Stato maggiore della marina, risalgono al primo pomeriggio di ieri quando, su segnalazione della nave cipriota ”Sea Bear”, il comando generale della Guardia Costiera ha ricevuto la richiesta di assistenza ad un barcone carico di migranti, localizzato a circa 80 miglia a sud di Lampedusa. Il pattugliatore d’altura della marina militare Spica, che sta svolgendo la missione di vigilanza pesca e controllo dei flussi migratori nel Canale di Sicilia, è stato designato quale comandante dell’attività di ricerca e soccorso ed ha inviato immediatamente il suo elicottero.
Nelle ore successive sono intervenute sul posto anche due motovedette della Guardia Costiera ed un elicottero e due motovedette della Guardia di finanza. Poco prima delle 22 di ieri sono iniziate le operazioni di trasbordo dei migranti dal barcone sul pattugliatore Spica e sulle motovedette, ed è stato prestato il soccorso medico ad uno dei migranti. Il successivo trasferimento verso Lampedusa ha consentito di sbarcare sull’isola 434 persone, tra cui 53 donne e 8 minori. ”Le unità della Marina militare italiana – sottolineano allo Stato maggiore della Forza armata – sono impegnate da anni nell’attività di vigilanza pesca e presenza e sorveglianza degli spazi marittimi del Mediterraneo centrale e nelle acque del Canale di Sicilia, dove operano continuativamente nell’ambito del dispositivo di difesa e sicurezza marittima italiano”.
Al centro d’accoglienza di Lampedusa, dopo i nuovi 434 immigrati sbarcati fra la notte e la mattinata, ci sono quasi 1.200 persone. Appena ieri ne erano stati trasferiti, con il traghetto Moby, poco più di mille. Fra di loro c’è anche l’immigrato trentenne – già dimesso dal poliambulatorio – che è stato accoltellato all’addome durante la traversata conclusasi in nottata che viene in questo momento sentito dai poliziotti della squadra mobile di Agrigento che intendono suffragare, con il racconto della vittima, le dichiarazioni già acquisite da altri suoi compagni di viaggio. Una decina, in maniera inequivocabile, hanno indicato la stessa persona come autore dell’accoltellamento.