PALERMO – “Ho letto la storia della signora Gallo: vorrei ringraziarla per l’atteggiamento costruttivo che ha avuto nei confronti della sanità siciliana”. Luisa Lantieri, deputata di Forza Italia all’Ars per la terza legislatura consecutiva, ha alle spalle una lotta (vinta) contro un tumore alle ovaie. La parlamentare racconta la sua esperienza alla luce della denuncia della donna di Mazara del Vallo che ha dovuto attendere otto mesi per l’esito di un esame istologico.
La sua è stata una lotta combattuta in Sicilia.
“Ho scelto di rimanere qui e di fidarmi della nostra sanità. Non nego che esistano tanti problemi ma ci sono anche tante realtà funzionanti come quella che ho conosciuto io al reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, diretto dal professore Giuseppe Ettore”.
L’esperienza della signora Gallo purtroppo è stata diversa. Ora si è affidata all’Istituto nazionale dei tumori.
“Ho letto e voglio prima di tutto ringraziare la signora, che spero di conoscere. Il suo atteggiamento non è stato quello di una polemica sterile ma di una critica costruttiva alla sanità siciliana. Voglio dirlo chiaramente: non si possono attendere otto mesi per un esame istologico. I tumori non aspettano”.
Due sanità diverse.
“La sanità siciliana ha tanti problemi e ha subito l’ingerenza della politica ma vorrei lanciare un segnale di speranza. Ci sono dei medici e dei reparti ammirevoli. Al Garibaldi-Nesima ho trovato l’eccellenza. Ho fatto la scelta di restare in Sicilia nonostante un tipo di tumore aggressivo”.
Qualcuno potrebbe dirle: lei è ‘l’onorevole’ Lantieri e questo sarà servito a far funzionare le cose.
“E io rispondo che ho fatto la trafila come tutti: prima l’intervento e poi i cicli di chemioterapia. Partenza alle 5 da Piazza Armerina in auto con mio marito, arrivo a Catania e attesa per il turno. Tutto questo per sette mesi: sei cicli di chemioterapia in tutto. Ho fatto la trafila come una normale cittadina. La mia battaglia contro il tumore è durata un anno e mezzo e adesso faccio i controlli ogni sei mesi”.
Lei ha trovato una buona sanità ma non sempre è così, le cronache sono piene di inefficienze.
“Lo so ma per fortuna il presidente Schifani si sta concentrando sull’eliminazione delle liste d’attesa e su una attenta misurazione del lavoro dei manager. Io credo che qualcosa stia iniziando a cambiare”.
Un messaggio di speranza, quindi.
“Assolutamente, cambiare in meglio si può. Alle donne, inoltre, dico di non nascondersi, perché la malattia non è una vergogna, e di non sottovalutare neanche il più piccolo sintomo. La prevenzione prima di tutto, la sanità siciliana deve partire da qui per sistemare le cose”.