PALERMO– Dopo la pubblicazione dell’intervista a Sandro Mangano, ecco la precisazione dell’Arcigay di Catania: “In merito all’articolo dal titolo ‘Sono gay, di destra e sostengo Musumeci’, precisiamo che Sandro Mangano non fa più parte del Comitato Provinciale di Arcigay né rappresenta Arcigay in altro modo. Infatti, Arcigay ha individuato la propria rappresentante che a queste elezioni regionali concorrerà nella lista civica ‘Crocetta Presidente’: l’architetta Marina La Farina, Consigliera del Direttivo di Arcigay Catania. Troviamo fuorviante che l’articolo suddetto sia corredato dalla foto del Mangano con in evidenza la bandiera di Arcigay. Vi saremmo grate e grati se poteste togliere la foto sostituendola con altra più adeguata allo stato dei fatti”.
A lume di logica ne conseguono tre corollari.
Primo. Arcigay è un’associazione che difende i diritti degli omosessuali orientati a sinistra. Significa che sceglie una legittima inclinazione politica. Evidentemente, non ci sono più i presupposti per rappresentare l’interezza del mondo omosex. Ergo, gli appelli contro l’omofobia che Arcigay eleva al rango di principio universale – sicuramente opportuni – appartengono a una rappresentanza parziale, specifica e situata.
Secondo. Esistono omosessuali che si riconoscono nell’identità di una destra non becera, ma moderata e che magari non amano il Gay Pride. E non hanno meno diritti, né meno voce in capitolo degli altri. Con una libertà eguale e in direzione contraria, declinano i propri percorsi. Alla luce di questa differenza, l’omosessualità diventa quello che è: una normale condizione umana, non un presupposto univoco e totalitario di rivendicazione politica.
Terzo. L’Arcigay sarà mica destrofoba?