Un altro arresto ‘eccellente’, un altro politico in manette. Cateno De Luca è solo l’ultimo di una lista che conta ormai 23 parlamentari indagati o condannati. Da oggi LiveSicilia li conta con l'”indagometro“, un termometro che segna la “temperatura” della legislatura e che aggiorneremo seguendo le inchieste sui politici siciliani.
L’arresto del leader di Sicilia Vera, avvenuto questa mattina, del resto, è già il quarto da novembre. L’ultimo caso risale all’11 marzo, quando il deputato Pd Gaspare Vitrano è stato sorpreso dalle forze dell’ordine mentre intascava una busta contenente diecimila euro. Dopo più di un mese di carcere, il tribunale del Riesame lo ha obbligato ad attendere fuori dalla Sicilia l’avvio del rito immediato. Associazione a delinquere, truffa e malversazione ai danni dello Stato sono invece le accuse che hanno costretto ai domiciliari Riccardo Minardo, deputato Mpa e presidente della Commissione parlamentare permanente Affari Costituzionali, poco più di un mese dopo lo scandalo sul fortovoltaico.
Chiude l’elenco degli arrestati Fausto Fagone, deputato Pid tornato in libertà qualche giorno fa dopo sette mesi di carcere. Il 3 novembre dello scorso anno erano scattate anche per lui le manette con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’abito dell’inchiesta Iblis. La stessa che ha visto coinvolto anche Giovanni Cristaudo per il quale era stato richiesto l’arresto, rigettato però dal Gip Luigi Lombardo.
Indagini, quelle di Iblis, sui rapporti tra mafia e politica, che hanno coinvolto anche il governatore Raffaele Lombardo, tuttora indagato per concorso esterno. Ma non solo: il presidente della Regione è indagato anche per inquinamento atmosferico nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolti anche il presidente dell’Assemblea Francesco Cascio, Mario Parlavecchio dell’Udc e Giovanni Di Mauro per l’Mpa.
A metà ottobre è scoppiato invece il caso di Franco Mineo, deputato di Forza del Sud all’Ars. Il parlamentare di Forza del Sud dovrà presentarsi in aula tra pochi giorni: venerdì, infatti, è prevista per lui l’udienza preliminare, durante la quale gli verranno contestate le pesanti accuse formulate dalla Procura di Palermo. Mineo, infatti, è considerato il prestanome dei boss dell’Acquasanta ed è accusato di intestazione fittizia di beni, usura, concussione e peculato.
Ma nel registro c’è anche il capogruppo Pid all’Ars, nonché vice presidente della Commissione regionale Antimafia, Rudy Maira, finito in un’indagine della procura di Caltanissetta con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla gestione di appalti pubblici. C’è poi Giuseppe Federico, deputato Mpa, che è stato indagato per voto di scambio. All’opposizione, invece, c’è Fabio Mancuso, parlamentare del Popolo della Libertà, per il quale la pubblica accusa ha chiesto otto mesi per abuso d’ufficio. Per il deputato Fds Michele Cimino, invece, è arrivata la richiesta di archiviazione per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
E su alcune autorizzazioni “facili” per i bingo, confluiti nell’inchiesta della Dia alla quale S ha dedicato un dossier, è finito sotto inchiesta il deputato regionale dell’Mpa Giuseppe Gennuso, accusato di concorso in falso e distruzione-occultamento di documenti pubblici. E se a Catania l’ex-assessore Giuseppe Arena (Mpa) è sotto inchiesta per le “assunzioni facili”, ad Enna, due rappresentanti del Pd in Assemblea, Salvatore Termine e Elio Galvagno, sono accusati di falso in bilancio per la gestione dell’Ato rifiuti.
Un’indagine che riguarda i rifiuti ha coinvolto anche Giuseppe Picciolo, inquilino di Palazzo dei Normanni per il Partito Democratico. Il deputato regionale, infatti, è imputato a Messina con l’accusa di simulazione di reato e calunnia aggravata, perché avrebbe spedito lettere anonime che sostenevano falsamente presunti illeciti nella gestione dei rifiuti da parte di Antonio Dalmazio, presidente di Messinambiente, e Antonio Catalioto, assessore comunale.
Ma Palazzo dei Normanni ospita anche condannati. Il caso più eclatante è quello che riguarda Santino Catalano del gruppo dei Popolari per l’Italia di Domani, finito al centro della polemica la settimana scorsa. L’esponente centrista, infatti, è stato condannato una decina di anni fa: patteggiò la pena ad un anno e due mesi per falso e abuso d’ufficio. Ma dopo essere approdato all’Ars e dopo che il Tribunale civile di Palermo ne ha dichiarato l’ineleggibilità lo scorso 17 giugno, gli inquilini dell’Assemblea Regionale Siciliana hanno voluto comunque tenerlo al suo posto.
Un altro condannato Salvino Caputo, deputato Pdl, che da primo cittadino di Monreale – secondo le accuse – avrebbe annullato le multe a carico di un assessore e di sua moglie, servendosi di una determinazione sindacale. Per questo motivo Caputo è stato condannato a due anni per tentato abuso d’ufficio e falso ideologico. Una condanna per peculato d’uso è infine stata pronunciata per Giuseppe Buzzanca, anche lui membro del Popolo della Libertà. che con l’auto blu arrivò fino a Brindisi, in tempo per imbarcarsi in crociera con la moglie.