L'Ars, la povera Sicilia e la politica delle mani tese per il solito obolo - Live Sicilia

L’Ars, la povera Sicilia e la politica delle mani tese per il solito obolo

Mance e lavastoviglie in una terra desolata
PALAZZO DEI NORMANNI
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La vista a perdita d’occhio sulla manovrina, sobrio vezzeggiativo per un piano da duecento milioni e passa, restituisce, soprattutto, un paesaggio di mani tese e di altre mani che le ristorano, con una misericordiosa donazione. Basta scorrere gli elenchi del cosiddetto maxi-emendamento. Una veloce risciacquatura di piatti che non pulisce le incrostazioni.

Ma non ce ne vogliano i fautori dell’ormai famoso ‘contributo lavastoviglie’ (duecento euro a famiglia), macinato all’Ars, con il resto e inserito nella maxi-caffettiera degli esborsi, se lo prendiamo, ancora una volta, quale metafora di un andazzo.

Non ce l’abbiamo con loro e non sappiamo davvero se quei fondi potranno essere utili, forse a qualcuno sì. Tuttavia, è complicato immaginare che siano decisivi. Viene più da pensare alle brioche di una frase storica e controversa, mentre il popolo domandava il pane.

Ci vorrebbe una visione d’insieme, uno scatto, per provare a salvarsi, non la parcellizzazione degli appetiti, in un calderone più o meno effimero. Qualcosa che non c’è, nemmeno oltre l’orizzonte degli ‘oboli’ che, in quel caso, avrebbero, forse, un senso.

Lo sguardo rivolto alla seduta in aula ha offerto, poi, un notevole colpo d’occhio in grado di rendere la fisionomia paciosa della politica, in omaggio agli interessi comuni.

Tutti divisi, sulle questioni di principio, sul governo, sui discorsi, sulle massime, sugli imperativi categorici. Quasi tutti nella stessa fila per strappare un filo d’erba di consenso a un prato sempre più arido, tramite regalino. Radi – se veramente c’erano – gli oppositori di un sistema.

Un po’ come la partita del cuore, con i presunti ‘fascisti’ e i presunti ‘comunisti’ (nelle reciproche scomuniche), lietamente impegnati a correre dietro a un pallone, a scattarsi selfie, a ridere insieme alla stregua di una combriccola liceale. Marx e Nietzsche è un bene che si stringano la mano, nei perimetro di una differenza civile. Il pappa e ciccia racconta una storia diversa.

Nessuno – tornando a noi – vuole affermare che quelle elargizioni siano sbagliate o totalmente inefficaci. Semplicemente, rappresentano tanti piccoli pezzi che difficilmente comporranno il quadro di una svolta.

Sono e saranno briciole da usare come mance, per tappare il buco e andare avanti alla meno peggio. Come mettere nella lavastoviglie i piatti della fame. Come dare una mano di vernice al salotto pieno di crepe della casa che crolla.

Palazzo dei Normanni, adesso, va in vacanza, in uno scenario siciliano di estrema sofferenza. La politica parlamentare saluta, per qualche settimana. C’è da chiederselo con un minimo sindacale di imbarazzo: si noterà la differenza?


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