L’Ateneo intitola una sala | al geometra Nino Leonardi - Live Sicilia

L’Ateneo intitola una sala | al geometra Nino Leonardi

Allo storico curatore del Monastero dei Benedettini è stata dedicata la Sala Rossa del complesso monumentale.

CATANIA. Un momento di grande intensità tra le mura del Monastero dei Benedettini: il primo Settembre è stata ufficialmente intitolata al geometra Antonino Leonardi la Sala Rossa. L’ambiente, parte delle antiche cucine del complesso monastico, è caratterizzato da una struttura metallica ad onde circolari, dipinta di rosso, che conferisce compattezza a pareti e soffitto. Si tratta di uno dei luoghi prediletti dallo storico curatore del Monastero, strappato a quasi un secolo d’incuria dai lavori che nel corso di trent’anni hanno restituito alla città un esempio quasi unico di architettura tardo-barocca. Il geometra Leonardi aveva affiancato da subito l’architetto Giancarlo De Carlo nei lavori, per poi raccoglierne idealmente l’eredità culturale, come ha sottolineato la prof.ssa Santagati, responsabile scientifica del Museo della Fabbrica dei Benedettini. Molte le battaglie portate avanti dal geometra in questi anni, tese a preservare il luogo e farlo conoscere, lasciandone emergere le particolarità. “La Sala Rossa era piena di terra e materiale di risulta”, ha raccontato Francesco Mannino, responsabile delle Officine Culturali, ricordando l’amico: “Spesso Leonardi si affacciava durante le visite scolastiche e interveniva con la propria conoscenza”. Negli ultimi tempi il geometra trascorreva diverso tempo nell’archivio –da lui stesso voluto- adiacente alla sala: qui, lo scorso Novembre, aveva accolto anche Live Sicilia, chiarendo puntualmente la questione di alcuni reperti architettonici apparentemente abbandonati in alcune zone del complesso monumentale.

L’intervista aveva gettato una luce molto ampia non solo sulla storia del Monastero, ma anche su quella cittadina, riflessa tra statue ed edifici d’epoca. Misurate, ma piene di calore, le parole degli accademici presenti –il prorettore Giancarlo Magnano San Lio, la direttrice del DISUM Marina Paino -, consapevoli del ruolo di quest’autentico protagonista della vita e della storia contemporanea della sede universitaria. “Capolavoro d’ingegno” è stata definita dal prorettore la Sala Rossa. Anche da parte del Comune, nella persona dell’assessore Licandro, è giunto un forte apprezzamento: “La valorizzazione di Catania passa anche dall’opera ‘oscura’ di una simile persona”, ha fatto notare Licandro, “che adesso va a rafforzare il genius loci della città”. Ad un concetto antico ha fatto riferimento l’assessore: “genius” si chiamava una divinità protettrice, mentre gli architetti di oggi definiscono in tal modo l’insieme delle caratteristiche degli ambienti, uniti all’elemento umano e dunque il carattere complessivo di un dato luogo. Insomma, un’identità della quale aver cura. Leonardi manifestava quest’idea anche partendo da piccole azioni, come ci ha raccontato A.M., studentessa di Filosofia nei primi anni 2000: “Alle 7.00 arrivava al Monastero: per prima cosa controllava alberi e aiuole, a volte annaffiava persino le piante. Sempre disponibile nel dare informazioni, si raccontava volentieri”.

Anche i colleghi hanno porto un omaggio pieno di orgoglio: “Siamo fieri dell’intitolazione allo scomparso geometra. Col suo lavoro di costante dedizione e accuratezza, ha dato dimostrazione che il geometra non opera solo come libero professionista, ma è una figura fondamentale anche come impiegato pubblico, quale lui era”, hanno dichiarato i geometri Puglisi e Mazzaglia, esponenti del Collegio dei Geometri catanese. Altre sfumature dell’uomo sono state delineate da parenti e amici di vecchia data, come la professoressa Emma Baeri: nelle loro parole è rivissuto il ricercatore storico, l’artista poliedrico, il cittadino “militante” che non esitava a denunciare abusi, il tecnico scrupoloso che combatteva i progetti scadenti. L’uomo che non amava i riflettori ma sapeva mettersi in gioco e soprattutto, fine ultimo del vero artista, rendere partecipi gli altri del proprio atto creativo. Con la scopertura della targa si è conclusa la cerimonia in onore del geometra Nino Leonardi, rivelatosi ben capace di passare oltre la triste dimenticanza di quello che semplicemente definiva “il fastidio della morte”.


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