La fuga e la cattura: il boss Gammino in Italia, scovato con Google Maps

La fuga e la cattura: il boss Gammino in Italia, scovato con Google Maps

Era evaso dal carcere. Lo stiddaro deve scontare l'ergastolo

PALERMO – Alle ore 14.55 è atterrato a Roma, all’aeroporto Leonardo Da Vinci, Gioacchino Gammino. Rientra in Italia dopo una fuga rocambolesca dal carcere, una lunga latitanza e l’arrestato del 17 dicembre scorso in Spagna. Gli investigatori della Direzione investigativa antimafia e della Polizia nazionale spagnola, lo scovarono grazie a Google Maps.

Ad accompagnarlo c’era c’era il personale del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia.

Ergastolano per omicidio

“Come avete fatto a trovarmi?”, disse il giorno della cattura. Aveva chiuso i ponti persino con la famiglia. Mai neppure una telefonata.

Su Gammino, affiliato alla “famiglia Ingaglio” de Stidda agrigentina, pendeva, dal 2002, un mandato di cattura internazionale. Deve scontare l’ergastolo per l’omicidio commesso, nel 1989, di Giovanni Smiraglia. Lo uccisero per errore al posto del fratello nel corso della guerra di mafia che negli anni ’90 ha visto contrapporsi gli stiddari alle vecchie famiglie mafiose operanti nell’Agrigentino. Oltre 200 gli omicidi.

“Il boss appartiene ad una organizzazione altamente pericolosa – spiega la Direzione investigativa antimafia – tuttora attiva anche in sinergia con Cosa Nostra, nel cui ambito è stato pianificato ed eseguito anche l’omicidio del Giudice Rosario Livatino”.

La fuga durante una fiction

Il 26 giugno del 2002 era riuscito a evadere dal carcere romano di Rebibbia al termine di un colloquio con alcuni familiari e mentre erano in corso le riprese di una fiction televisiva. Poi la svolta che non ti aspetti. Su Google Maps veniva immortalato davanti a un negozio di frutta e verdura in “Avenida de los Voluntarios” a Madrid.

Rintracciato da una foto su Google Maps

Dal numero di telefono del locale gli investigatori risalirono a un ristorante chiuso dal 2014: “La cocina de Manu”. Su Facebook, però, erano rimaste in memoria le foto dello chef Manuel. Atri non era che Gioacchino Gammino. E così gli investigatori, coordinati dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi (oggi alla guida dei pm di Roma), dall’aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo, andarono a prenderlo a Madrid. Tutto si aspettava Gammino, tranne che ritrovarsi davanti gli agenti italiani della Direzione investigativa antimafia.

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