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L’attacco de Il Fatto| “Lo scandalo è Schifani”

Il pentito Campanella: "Aiutò il boss Mandalà"
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“Altro che Fini, lo scandalo è Schifani”, così titola oggi Il Fatto Quotidiano lanciando un attacco a testa bassa nei confronti della seconda carica dello Stato. Nel pezzo a firma di Marco Lillo, il giornale diretto da Antonio Padellaro rilancia le dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, un tempo fedelissimo di Provenzano, e le sue rivelazioni su quando Schifani, ancora semplice avvocato, suggerì al capofamiglia Nino Mandalà “le soluzioni tecniche per modificare il piano regolatore in modo da aderire agli interessi imprenditoriali” del boss.

Non è la prima volta a dire il vero che Campanella fa il nome di Schifani associandolo a quello di Mandalà. Già alcuni anni fa, infatti, i due si erano incrociati di fronte ai magistrati di Firenze, in una sorta di “scontro” in cui adesso si staglia il ruolo della Procura di Palermo che starebbe vagliando con attenzione i nuovi verbali.

Secondo Campanella nel ’94 Schifani, all’epoca consulente del Comune di Villabate, si adoperò per conto del boss Mandalà, per modificare “un piano regolatore figlio della vecchia mafia”. Andava aggiornato dunque, e per farlo, la cosca scelse proprio il nome dell’allora cassazionista palermitano.

Ad informare Campanella di questa scelta e dell’avvenuta intercessione sarebbe stato lo stesso capofamiglia. Una certezza che ha spinto il collaboratore di giustizia a chiedere ai magistrati di “riscontrare le sue parole – si legge nel pezzo – acquisendo le delibere del consiglio comunale e della commissione urbanistica del Comune di Villabate relative alle varianti presentate dalla Regione Siciliana”.

La tesi di Campanella, naturalmente, è sempre stata confutata dal presidente del Senato il quale, rispondendo ai giudici fiorentini, sottolineò come al contrario non si fosse mai interessato a quel piano regolatore. “Non mi sono occupato di nessuna variante – disse allora la seconda carica dello Stato -, nei primi mesi del ’96 non mi viene compulsata l’ipotesi di assistere qualcuno su varianti, quindi con me non ha mai parlato nessuno”.


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