Lauricella non è pericoloso | Non sarà sorvegliato speciale - Live Sicilia

Lauricella non è pericoloso | Non sarà sorvegliato speciale

L'avvocato Giovanni Castronovo e Mauro Lauricella

Respinta la richiesta della Procura. La vicenda è la stessa che coinvolge il calciatore Miccoli.

PALERMO – Mauro Lauricella non è socialmente pericoloso. Lo ha stabilito la prima sezione del Tribunale per le Misure di prevenzione, presieduta da Simona Di Mada che ha respinto la richiesta della Procura.

La vicenda è la stessa che ha portato alla condanna per Fabrizio Miccoli, ex calciatore del Palermo, a tre anni mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Una sentenza subito appellata perché, dicono i legali, “ci troviamo dinnanzi ad un’estorsione nella quale il mandante viene condannato, ma l’esecutore viene assolto”. Il presunto mandante è proprio Lauricella. L’ex calciatore, secondo l’accusa, lo aveva sollecitato a chiedere la restituzione di venti mila euro all’imprenditore Andrea Graffagnini che li aveva incassati nell’ambito della cessione della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine.

Gli investigatori davano la caccia al padre di Lauricella, boss della Kalsa allora latitante, e si imbatterono in una conversazione del figlio con Miccoli. “Senti una cosa Mauro – diceva Miccoli a Lauricella – eh… i primi di luglio poi quando vengo, dobbiamo andare a parlare con sto qua. Eh, andiamo io, tu e lui andiamo, ci andiamo a mangiare una cosa a cena e poi… poi quando ci vediamo… capito parliamo un attimo. Va bene? Allora io appena scendo a Palermo ti chiamo, noi ci vediamo da soli io e te, ti spiego un po’ come è la situazione, perché non dobbiamo parlare solo della situazione mia, c’è un’altra cosa, poi ne parliamo di persona… poi andiamo a cena con questo qua e, gli diciamo le cose come stanno! Va boh?”. “Va bene – gli rispondeva Lauricella – te la sbrigo io appena scendi, capito?”.

Nei mesi scorsi nel processo in ordinario a carico di Lauricella l’ipotesi di estorsione era stata derubricata in violenza privata aggravata dal solo impiego del metodo mafioso. Da qui la condanna a un anno e mezzo, molto più lieve rispetto alla richiesta dell’accusa, per il figlio del boss della Kalsa. L’avvocato Giovanni Castronovo ha presentato ricorso in appello. Stessa cosa non hanno fatti i pm contro l’assoluzione.

I giudici delle Misure di prevenzione ricordano che la riunione per la restituzione si svolse nel retrobottega di una trattoria, che il clima, secondo alcuni testimoni, era pesante, che su tutto aleggiava l’ombra della mafia, che si fece riferimento a persone “grandi” dallo spessore elevato mafioso. Allo stesso modo, però, i giudici spiegano che non c’è traccia di un apporto concreto di Mauro Lauricella all’associazione criminale, né della mafia in suo favore in attività illecite mai emerse. Nonostante fossero state attivate le intercettazioni non sono emersi altri episodi che coinvolgevano Lauricella. Da qui il rigetto della proposta di sorveglianza speciale per tre anni.

 

 


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