I verdetti delle elezioni |Vola Salvini, sorride Grillo - Live Sicilia

I verdetti delle elezioni |Vola Salvini, sorride Grillo

Il Pd perde voti. E vince con i candidati della "Ditta". Ncd debole e si apre il dibattito sulla permanenza al governo.

I risultati
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Una vittoria poco vittoriosa. Il Pd di Matteo Renzi mette in soffitta il ricordo del glorioso 40 per cento delle Europee e fa i conti con i risultati positivi ma non entusiasmanti di queste Regionali. Il 5 a 2 finale cela comunque una serie di dati poco esaltanti per i democratici dell’era Renzi. L’approdo del Partito della Nazione sembra più lontano e la stampa nazionale sta facendo i conti: il Pd perde voti anche rispetto agli anni di Bersani. Per l’esattezza il Pd passa dal 25,9 di Bersani (alle regionali del 2010) al 25,2 di oggi. In questo senso perdono un po’ tutti, tranne la Lega di Salvini (“La vera alternativa a Renzi siamo noi”, dichiara il leader del Carroccio), che ha fatto il pieno al Centronord, ma non è riuscita a sfondare al Sud. E a proposito di dinamiche interne al Pd, i giornali nazionali fanno notare che tra i candidati vittoriosi del Pd non c’è nemmeno un renziano doc. Non solo, nelle due grandi regioni del Sud, Campania e Puglia, la vittoria arriva anche grazie all’allargamento a pezzi di centro e centrodestra (vedi De Mita in Campania). Abbiamo comunque vinto, dicono i vertici del Pd, ma il silenzio del premier, volato in Afghanistan, non è un dato da sottovalutare.

Il centrodestra tira il fiato, festeggia la non estinzione grazie al successo di Toti in Liguria e pensa a riorganizzarsi, anche se la flessione di Forza Italia è indiscutibile (anzi, confrontando i dati con quelli del Pdl delle ultime regionali si può di certo parlare di tracollo) e la Lega è ormai primo partito nello schieramento. Diversa la situazione dei centristi di Ncd e Udc, che restano inchiodati a percentuali minimal. “O la legge elettorale cambia e si dà la possibilità di formare una coalizione o dovremo aprire una riflessione. Finora abbiamo tenuto con generosità una posizione rimanendo al governo per fare le riforme. I margini per questa posizione diminuiscono”, mette le mani avanti Gaetano Quagliarello. I fedelissimi alfaniani frenano, ma lo stesso Angelino ammette: “Sull’Italicum forse un’apertura alle coalizioni la vedrei in termini di opportunità per tutti”.

E a proposito di Italicum, i grillini esultano. Perché sì, il Movimento 5 Stelle perde voti rispetto alle Europee, ma si consolida secondo partito sui territori e fintanto che il centrodestra non si riorganizzerà può legittimamente sperare, con le regole della nuova legge elettorale, in un ballottaggio contro il Pd.

 


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