L'educazione del signor Rossi | e le maniere del Sor Maurizio - Live Sicilia

L’educazione del signor Rossi | e le maniere del Sor Maurizio

Il vecchio e il nuovo
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(rp) Proviamo a raccontare questa storia come se fosse soltanto una storia semplice, di uomini. Da una parte, il signor Delio Rossi.
Il signor Rossi è una persona educata, uno che sa il fatto suo. Il suo curriculum è impeccabile. Inoltre, manifesta un garbo che rasenta la malinconia. Una perla rara nel suo vociante mondo.  Mai un avverbio fuori posto. Mai un ditino alzato contromano.
 Poi c’è il Sor Maurizio.”Vulcanico” lo descrivono i suoi laudatores quando vogliono fargli un complimento. Il Sor Maurizio – che ha molti laudatores perché caccia i soldi –  mette in difficoltà Delio con dichiarazioni urticanti. Vogliamo definirle bonariamente così? Non è una novità: tutti i suoi dipendenti sono finiti arrosto sulla graticola. Perfino i fortunati che hanno sviluppato in seguito una luminosa carriera, a dispetto del trauma Mauriziano. Perfino quel  Guidolin che oggi Zamparini vorrebbe “imitare” (parole sue) fu ripetutamente schiaffeggiato con confronti (uno celebre con Spalletti) e apprezzamenti discutibili.

Proviamo a raccontarla come se fosse una storia nostra e basta. Sì, noi – signori Rossi, umili, pazienti, educati – alle prese con un Sor Maurizio di complemento, con le sue maniere brusche, con i suoi urlacci mediatici votati alla scientifica demolizione. Cosa penseremmo? Come reagiremmo?
Certo, c’è la legge del campo e ne teniamo conto. Se un presidente non ama più il suo tecnico ha il sacrosanto diritto di esonerarlo, non di apparecchiargli un quotidiano calvario, molto oltre la critica legittima e competente. Infatti, c’è modo e modo. E questo modo ancora offende.

Siamo convinti che l’allenatore abbia le sue responsabilità ed è logico che paghi. Ma siamo pure sicuri di una forte correità zampariniana negli eventi calcistici disastrosi degli ultimi tempi. Il Palermo incantava l’Italia e avrebbe avuto solo bisogno di crescere in silenzio, fiore delicato di grazia e immaturità.  Chi dice che questa squadra sia già da Champions non la conta giusta. Il Palermo aveva un ottimo direttore sportivo e un bravissimo mister. Il primo si è dimesso per giusto amor proprio. Il secondo è andato in tilt per un eccesso personale d’educazione, per il continuo rimuginare, per le ferite nascoste dentro. Con lui è crollata la sua creatura, di schianto. E che sciocchezza credere che i bravi ragazzi rosanero l’abbiano fatto apposta. Si può perdere, volendo perdere. L’onta incancellabile appartiene ad altri intricatissimi piani psicologici.

L’abbiamo raccontata come una storia di persone e basta. Riteniamo che gli uomini contino più di tutto, con la loro dignità, più dei soldi che hanno in tasca. Si ricomincia con un altro uomo. Il Sor Maurizio sa che il tifoso rosanero è un drogato d’amore e di speranza. L’addio, l’ennesimo, verrà metabolizzato, magari a fatica, con un surplus di pena. Altro giro, altra corsa. Resta il dubbio: perchè mai Serse – che non ricordiamo esattamente un agnellino -, o chi per lui,  dovrebbe sopportare ciò che ha distrutto Delio, cioè il signor Rossi?


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