Legambiente risponde: |"Si vuole sviare l'attenzione" - Live Sicilia

Legambiente risponde: |”Si vuole sviare l’attenzione”

Il presidente di Legambiente Renato De Pietro replica alle dichiarazioni del sig. Mario Di Bartolo relativamente all’esposto di Legambiente sulle alterazioni ambientali e paesaggistiche nella scogliera di Aci Castello.

I LAVORI ALLA SCOGLIERA DI ACI CASTELLO
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ACI CASTELLO – Non è la prima volta che a seguito di denunzie di Legambiente i diretti interessati cerchino di sviare l’attenzione verso scempi più gravi e su asseriti silenzi delle associazioni ambientaliste. Il problema è che molto spesso gli scempi hanno avuto il benestare degli enti competenti, in primo luogo la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, enti che adesso il proprietario dell’area antistante il demanio oggetto degli interventi porta quale garanti della tutela del territorio solo perchè hanno autorizzato il proprio progetto. Molti di questi scempi, i più devastanti, sono stati eseguiti quando Legambiente e le normative di tutela ancora non esistevano mentre per quelli più recenti l’intervento delle associazioni ambientaliste, e di Legambiente in particolare, ha scongiurato che venissero deturpati irrimediabilmente tratti di litorale spesso unici. È possibile stilare un elenco delle situazioni più significative. Purtroppo, molti scempi vengono perpetrati perché spesso non se ne viene a conoscenza in tempo e a tal proposito il contributo delle segnalazioni dei cittadini risulta fondamentale.

Alcuni aspetti, invece, sono quelli che rimangono non chiari. In primo luogo, considerato che i lavori insistono nel territorio di un Sito di Importanza Comunitaria, se sia stata attuata la procedura della valutazione di incidenza come prescritto dall’attuale normativa. Nessuna comunicazione, in tal senso, ci è sinora giunta dal Comune di Aci Castello. In secondo luogo, c’è da chiedersi per quale motivo un privato dovrebbe “mettere in sicurezza” un tratto di scogliera se non vuole realizzarvi un lido, considerando che eventuali fruitori, allo stato attuale, potrebbero accedervi soltanto via mare. Gli interventi realizzati, oltre ad essere, come evidenziato nel nostro esposto, di dubbia o nessuna utilità per la tipologia delle opere in relazione alle caratteristiche dei basalti interessati, incidono, negativamente, su un tratto di costa interessato da colate, emesse durante le fasi preistoriche, dal “Mongibello recente”, particolarmente rare e costituenti, pertanto, emergenze geologiche di pregio.

Cogliamo infine l’occasione per stimolare una riflessione approfondita e generale sugli interventi di “messa in sicurezza di aree naturali”. Troppo spesso, infatti, si propongono e si autorizzano interventi su aree naturali, che non andrebbero realizzati se fosse presente, negli enti preposti, una adeguata conoscenza scientifica dei siti e dei processi geologici correlati. Tali interventi, peraltro, assorbono risorse pubbliche che andrebbero destinate, in una scala di priorità, a emergenze enormemente più pressanti della nostra società.

 


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